La moda junior in calo (-4,4%) cerca il rilancio a Pitti Bimbo
L’industria italiana della moda junior (0-14 anni) non trova la strada per invertire la marcia e chiude il 2024 con un fatturato che la riporta addirittura sotto quello pre-Covid del 2019: tre miliardi e 67 milioni (-4,4% sul 2023), secondo le stime fatte da Confindustria Moda alla vigilia del salone Pitti Bimbo, che oggi e domani a Firenze celebra la sua 100esima edizione con 170 brand, per il 65% in arrivo dall’estero, impegnati a presentare le collezioni per l’autunno-inverno 2025-2026.
Pitti Bimbo, nuova formula per scacciare la crisi
Si tratta di un appuntamento speciale, che punta a rilanciare una fiera rimasta un punto di riferimento internazionale nonostante lo tsunami che ha investito il settore. Per l’occasione cambiano gli stand (preallestiti, e dunque meno costosi per le aziende); cambia il percorso espositivo (una città colorata con un viale ad anello sul quale si affacciano gli spazi dei brand e quattro piazze dedicate alle tendenze); aumenta l’offerta (non solo abiti, accessori, lifestyle e beauty ma anche food); e cambiano le date e l’accesso (solo due giorni e non più tre, ingresso libero per buyer e stampa, la fiera resta solo per operatori).
Per festeggiare il compleanno del salone, gli organizzatori di Pitti Immagine hanno chiesto a 15 brand di realizzare un capo, un accessorio o una capsule celebrativa in “limited edition 100 001” (001 è il numero 100 letto al contrario, a significare l’edizione della ripartenza), che sarà presentata in fiera.
Ospite d’onore è l’azienda aretina Monnalisa, l’unica italiana specializzata nella moda bimbo ad essere quotata in Borsa, che porta al salone bambine di diversi Paesi europei che indosseranno la nuova collezione e terranno un diario social della loro avventura.
Export stabile, vale metà del fatturato
Tornando ai numeri del settore, l’export dell’industria italiana della moda junior nel 2024 si ferma a 1.521 milioni (-0,7%) e sfiora il peso del 50%. L’unico dato positivo è il miglioramento del saldo commerciale (negativo), che passa da -1,1 miliardi a -955 milioni di euro grazie alla contrazione dell’import (-6,8% a 2.476 milioni), segnale però della sofferenza del mercato. I consumi finali delle famiglie italiane infatti dimagriscono (-1,5%), anche perché i figli sono sempre meno: nei primi nove mesi 2024 in Italia sono nati 6.827 bambini in meno dello stesso periodo 2023. Nella distribuzione le catene continuano a fare la parte del leone (48% del mercato), la gdo assorbe il 30%, il dettaglio indipendente è ridotto al 12%, l’online è poco sopra il 6%.
Fonte: Il Sole 24 Ore