La nuova prestazione universale per over 80 non autosufficienti: un assegno a maglie strette
È un aiuto a maglie strette la nuova prestazione universale per gli anziani over 80 non autosufficienti che si può chiedere dal 2 gennaio scorso e fino al 31 dicembre 2026. Il contributo di 1.381 euro mensili è infatti subordinato a requisiti molto rigidi, sia dal punto di vista sanitario (è necessario un bisogno assistenziale gravissimo), sia di tipo sociale.
In che cosa consiste l’aiuto
La nuova misura è stata introdotta dalla riforma delle politiche a favore delle persone anziane, prevista dal Pnrr, con l’obiettivo di migliorare i servizi di assistenza sul territorio e di prevenire il ricovero in istituto, privilegiando la cura a casa delle persone in età avanzata (legge 33/2023 e Dlgs 29/2024).
Con il messaggio 4490 del 30 dicembre, l’Inps ha fornito le prime istruzioni operative per chiedere la prestazione universale, che è così composta: una quota monetaria fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento: la prestazione universale è infatti destinata a chi è già titolare di questa indennità, che ha 1,88 milioni di beneficiari. Nel 2024 l’indennità è stata di 531,76 euro mensili, per 12 mesi; una quota integrativa, definita «assegno di assistenza», di 850 euro mensili, per remunerare il costo delle cure prestate da assistenti familiari (badanti) assunti in regola, o i servizi forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.
Requisiti sanitari e sociali
Per accedere al nuovo aiuto, oltre a essere beneficiari dell’indennità di accompagnamento, è necessario avere compiuto 80 anni e avere una disabilità gravissima, valutata dall’Inps anche in base alle indicazioni fornite da una commissione tecnico-scientifica istituita ad hoc (decreti del ministero del Lavoro 155/2024 e del 19 dicembre 2024). Il beneficiario deve essere ad esempio in stato di coma o di minima coscienza, o dipendente da ventilazione meccanica assistita, o con gravissimo stato di demenza, con deprivazioni sensoriali complesse (della vista o dell’udito), con ritardo mentale grave o deve avere comunque necessità di un’assistenza continuativa, 24 ore su 24.
C’è anche una valutazione di tipo sociale, in base ad alcune condizioni del nucleo familiare, elencate nel messaggio Inps del 30 dicembre: il livello base da raggiungere, su una serie di indicatori, è di almeno 8 punti. Ad esempio, nel caso di un nucleo familiare composto da over 70, non avere l’aiuto di una badante dà diritto a 2 punti, mentre avere già un’assistenza fornita da lavoratori domestici, non dà diritto ad alcun punto. La ratio potrebbe essere quella di favorire chi oggi non può permettersi il costo di una badante.
Fonte: Il Sole 24 Ore