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La piccola casa bolognese Ghimas ottiene il via libera in Cina per il suo filler di alghe
«È difficilissimo che un prodotto medicale europeo possa entrare in Cina, è un mercato autarchico, il fatto che abbiano autorizzato il nostro filler dermico Algeness significa che abbiamo realizzato qualcosa di davvero innovativo». Così Marcello Bergamini, general manager di Ghimas, spiega l’importanza dell’autorizzazione arrivata dalla National Medical Products Administration cinese all’ultimo brevetto per la medicina estetica della piccola azienda bolognese, nata 75 anni fa a Casalecchio come casa farmaceutica, passata nel 2021 sotto il controllo (al 78%) del gruppo americano AAT e oggi specializzata in dispositivi medici a base di sostanze, integratori e cosmetici, che valgono un fatturato di 5 milioni di euro l’anno, per la metà export in una quarantina di Paesi.
Il via libera alla commercializzazione di Algeness in Cina come “Dispositivo medico di classe III” arriva dopo quattro anni di iter autorizzativo (e dopo la registrazione del 2023 in Europa secondo il regolamento MDR) apre uno scenario di crescita vertiginosa per Ghimas: «Questa approvazione rappresenta una trasformazione radicale per l’azienda – spiega Bergamini – attualmente Algeness vale un 10% del nostro giro d’affari, ma abbiamo già sottoscritto un contratto da 2,5 milioni di euro con il partner cinese del nostro gruppo AAT, che da solo vale quindi la metà dei nostri ricavi. Entro due anni puntiamo al raddoppio del fatturato, a dieci milioni di euro».
Il partner cinese è LanDev (Lanzhou Biotechnique Development Company) divisione di medicina estetica di China National Biotec Group, parte del colosso Sinopharm, unico produttore di tossina botulinica in Cina e il suo prodotto Hengli è stato il primo a essere lanciato sul mercato asiatico ed è leader.
Il filler bolognese Algeness è a base di agarosio purificato derivato da alghe, completamente naturale, biodegradabile, biocompatibile e privo delle sostanze chimiche di reticolazione tipicamente presenti nei filler a base di acido ialuronico ed è ora in fase di registrazione anche negli Stati Uniti presso la Food and drug administration (FDA).
Dopo il milione di euro investito da Ghimas lo scorso anno per realizzare una zona di camere bianche nel sito di Casalecchio, dedicata alla produzione di Algeness, ci sono altri due milioni di euro pronti da mettere a terra, da qui al 2026, in tecnologie di automazione per rispondere all’impennata di domanda. «Negli ultimi due anni abbiamo anche aumentato del 30% gli organici, oggi in azienda siamo in 35 e progettiamo, sviluppiamo e produciamo, sia a marchio nostro che conto terzi, dispositivi medici (70%), integratori e cosmetici (30%). Stiamo raccogliendo i frutti di tre anni di lavoro silenzioso e siamo la conferma che quando si fanno prodotti davvero innovati e buone alleanze, a prescindere dalle dimensioni aziendali, c’è spazio per crescere anche nel difficile, ma enorme mercato cinese», conclude il general manager.
Fonte: Il Sole 24 Ore