La protesta della Puglia: i ristori per la xylella al palo dal 2020

La protesta della Puglia: i ristori per la xylella al palo dal 2020

Si riaccende in Puglia la protesta intorno alla questione xylella, il batterio che da oltre 11 anni continua imperterrito ad abbattere gli ulivi della più importante regione italiana per la produzione di olio. Nell’occhio del ciclone ci sono i 78 milioni di euro di ristori per gli agricoltori stanziati per decreto nel 2020 dall’allora ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova nell’ambito del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia. Ristori che, in tutti questi anni, non sono mai arrivati nelle tasche degli agricoltori colpiti.

A denunciarlo, nei primi giorni del 2025, è stato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, che ha anche ricordato al governo di non aver ancora nominato il nuovo commissario straordinario per l’emergenza xylella dopo che nel 2015 si dimise – in seguito alle indagini della Procura di Lecce – il generale Giovanni Silletti. Subito dopo è stato il turno della deputata M5S Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Circa 6mila aziende pugliesi – sostiene la deputata – risultano ancora in attesa di ricevere i ristori economici previsti per fronteggiare i danni causati dalla fitopatia. In particolare, sono stati stanziati 52 milioni di euro per l’anno 2020 e ulteriori 26 milioni di euro per il 2021, che non sono ancora stati erogati. Nonostante i numerosi solleciti da parte della Regione Puglia il governo centrale non ha ancora fornito risposte concrete in merito alla distribuzione delle risorse stanziate».

Cosa succede in Puglia? I 78 milioni cui tutti si riferiscono fanno parte dei 300 milioni complessivi previsti dall’allora ministro Bellanova per affrontare l’emergenza xylella. Non tutti i fondi dunque, in questi quasi cinque anni, sono rimasti inutilizzati: alcuni sono andati alla ricerca, altri alla riconversione degli impianti, altri ancora per finanziare le buone pratiche agricole. Sulla tranche dei ristori incriminata pesa invece il macigno della burocrazia, che ha reso farraginosa la rendicontazione: al ministero i fondi risultano “impegnati” – cioè assegnati – il perché non siano effettivamente finiti nelle tasche degli agricoltori interessati è il tira e molla che vede contrapposti da una parte l’autorità centrale e dall’altra l’amministrazione locale.

«La verità è che servirebbe un nuovo piano strategico per la xylella – dice David Granieri, presidente di Unaprol, il consorzio olivicolo italiano, e vicepresidente nazionale della Coldiretti -. A causa del batterio la Puglia ha perso 21 milioni di alberi e nel Leccese, cioè l’area più colpita, la produzione è crollata del 90%. Tra danni diretti e indiretti, si parla di 1,5 miliardi di euro». Altro che 300 milioni. La gestione decennale della Xylella è stata segnata da errori e inefficenze, compreso l’iniziale negazionismo. «Bisognerebbe ripartire come dopo un terremoto», dice Granieri. Con tanto di nuovo commissario straordinario.

Fonte: Il Sole 24 Ore