La Regione siciliana cerca partner per rilanciare le Terme di Sciacca e Acireale

La Regione siciliana cerca partner per rilanciare le Terme di Sciacca e Acireale

Sono state per anni il motore dello sviluppo turistico e non solo di due aree importanti della Sicilia. E sono state punto di riferimento anche per le cure per tante generazioni di siciliani. Ma da anni le Terme di Acireale (Catania) e di Sciacca (Agrigento) erano finite nel limbo, anzi proprio nel dimenticatoio: chiuse senza alcuna speranza di essere riaperte. Un patrimonio sprecato con conseguenze anche per l’indotto che, invitabilmente, le due strutture riescono ad attivare.

La pubblicazione dell’avviso

Da quasi un anno il governo della Regione siciliana guidato da Renato Schifani ha lanciat0 il progetto di ristrutturazione e rilancio delle due strutture termali e ora questo progetto arriva a uno snodo cruciale: la pubblicazione dell’avviso con cui la Regione avvia la selezione di un partner privato per la ristrutturazione e gestione. L’avviso esplorativo per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di partenariato pubblico-privato, che è già stato pubblicato sul sito della Regione siciliana, domani (27 dicembre) sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

I fondi pubblici e privati

La Regione ha già stanziato 90 milioni di euro all’interno dell’Accordo di coesione firmato a maggio scorso con il governo nazionale mentre i privati dovranno cofinanziare l’operazione con 94 milioni di euro: in totale dunque 184 milioni per rimettere a nuovo e rilanciare i due complessi termali che, a questo punto, diventano il perno fondamentale delal strategia della Regione in questo settore. In particolare il costo della riqualificazione delle terme di Sciacca ammonterà a poco più di 102 milioni, quello delle terme di Acireale a quasi 82 milioni: il cronoprogramma, rigido, è già stato fissato. «Un ulteriore passo avanti – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – in favore della riqualificazione delle terme di Sciacca e Acireale. Il partenariato tra pubblico e privato è la strada migliore per assicurare a questi due storici complessi termali l’antico prestigio e la massima funzionalità, riportando in auge in Sicilia il turismo termale di qualità, per troppi anni trascurato. Siamo convinti che il rilancio delle due strutture possa attrarre nuovi flussi turistici e contribuire alla destagionalizzazione del settore».

Il partenariato pubblico-privato

Gli avvisi, in particolare, riguardano la concessione per la progettazione, l’esecuzione dei lavori e la gestione dei due complessi termali e sono stati elaboratio sulla base del via libera dato a novembre dalla giunta regionale alle procedure di selezione di partner privati per la riqualificazione e il rilancio dei due complessi termali: un ok arrivato con l’adozione del «Programma triennale delle esigenze pubbliche che «possono essere soddisfatte – spiega una nota – attraverso forme di partenariato pubblico-privato, strumento previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici e affidato, per la redazione e l’istruttoria, al dipartimento regionale Tecnico dell’assessorato delle Infrastrutture».

«L’assessorato alle Attività produttive ha condiviso e supportato fin dalla prima ora l’impegno del presidente della Regione Renato Schifani per la riapertura e il rilancio delle Terme di Sciacca e di Acireale. Sono fermamente convinto della necessità di restituire alla fruizione queste strutture, essenziali per lo sviluppo economico e turistico dell’Isola, valorizzando la vocazione termale delle due città – dice l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo -. È una straordinaria opportunità di crescita per la Sicilia perché consente di utilizzare le competenze e l’esperienza dei privati per migliorare qualità, tempi e costi degli interventi. L’obiettivo della Regione è offrire in Sicilia un turismo termale di valore, capace di attrarre nuovi flussi turistici e di contribuire alla destagionalizzazione del settore. Confidiamo che questa iniziativa porti a una gestione efficace e innovativa, capace di valorizzare le nostre risorse e le nostre tradizioni».

Fonte: Il Sole 24 Ore