
La ricettività è la sfida delle dimore storiche
Storia, arte e cultura ma anche privacy, relax ed emozioni. Le dimore storiche offrono tutto ciò e molto di più. Devono soprattutto mettere a terra tutto il loro intrinseco potenziale turistico conquistando la clientela internazionale grazie a tutte quelle unicità che le hanno arricchite nel corso dei secoli. In Italia ci sono circa 43mila dimore storiche vincolate e di queste 19mila sono operative come imprese con codice Ateco. Ci sono altre 10mila dimore pronte ad intraprendere l’attività imprenditoriale «ma a condizione che vengano attivati i giusti e necessari incentivi economici – spiega Giacomo di Thiene, presidente dell’Associazione dimore storiche italiane (Asdi) -. Ciò porterebbe il totale delle imprese operative nel settore a circa 30mila unità, numero che rappresenterebbe lo 0,6% del totale delle imprese italiane, un contributo non irrilevante al tessuto economico nazionale. In sintesi, le dimore storiche non solo sono un tesoro da custodire, ma si stanno rivelando anche una risorsa strategica per l’economia, tanto in termini di turismo quanto come motore di innovazione culturale e imprenditoriale. Un settore in espansione che, con i giusti incentivi, ha ancora ampie possibilità di crescita».
Nella Legge di Bilancio 2025 è stato rifinanziato il Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico, prevedendo 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, segno di attenzione per il comparto. «Questo fondo – grazie alla sua durata triennale – permetterà a diversi proprietari di pianificare e realizzare i lavori di restauro necessari per poter aprire al pubblico la loro dimora, contribuendo a rendere sempre più sostanziale l’impatto del patrimonio culturale privato sullo sviluppo economico e sociale dei territori che le ospitano, soprattutto quando si tratta di aree interne. Sosteniamo da tempo che senza una strategia di investimenti a lungo termine non è possibile né migliorare la gestione del turismo nel nostro Paese, né supportare le tante piccole imprese artigiane oggi in difficoltà» sottolinea di Thiene.
Alla Bit è presente la sezione piemontese dell’Associazione con il circuito delle “Dimore Amiche” del Piemonte. Con 52 dimore distribuite sul territorio piemontese a fronte delle 381 dimore a livello nazionale sulla piattaforma www.dimorestoricheitaliane.it. Le dimore piemontesi comprendono 21 castelli, 2 isole, 10 palazzi, 12 ville e tenute, ben 48 parchi e giardini. Offrono circa 580 posti letto, poco più del 10% rispetto ai 5028 posti letto a livello nazionale, con alcune dimore che offrono la possibilità di accogliere numerosi ospiti. Per esempio il Castello Alfieri di Asti ha 228 posti letto, il Castello Dal Pozzo 90 e la Villa Matilde 86 letti. Grazie alla collaborazione con Fiavet vengono presentati i primi 12 itinerari e tour esclusivi, pensati per far scoprire molte delle dimore storiche del Piemonte che, abitualmente, non sono aperte al pubblico.
«Il cuore pulsante delle attività che animano le dimore storiche è rappresentato, in primo luogo, dal settore ricettivo – sottolinea Sandor Gosztonyi, vice presidente nazionale e presidente regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta -. Le strutture per “alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni”, seguite dalla “gestione e affitto di immobili di proprietà”, sono le principali fonti di reddito, con un crescente interesse verso l’organizzazione di eventi e cerimonie, che si posiziona al terzo posto tra le attività più comuni».
Secondo i dati Adsi circa il 40% dei turisti in Italia visita dimore storiche private, dato in forte ripresa dopo il rallentamento causato dalla pandemia. L’Italia continua a rappresentare una destinazione privilegiata per i viaggiatori: su dieci visitatori del sistema di dimore storiche otto sono italiani, uno europeo e uno arriva da fuori Europa. Molte dimore storiche sono ancora abitazioni private, vissute da famiglie che ne sono proprietarie da secoli, alcune anche da oltre mille anni. Queste case, testimoni di epoche lontane, hanno visto passare secoli di storia e sono custodi di racconti che vanno ben oltre quelli che troviamo sui libri. «L’Italia è amata in tutto il mondo per il suo modo di vivere, il suo saper essere e i proprietari di queste dimore storiche sono spesso i primi testimoni di questa cultura – ricorda Gosztonyi -. Non solo preservano l’autenticità delle loro case, ma continuano a viverne ogni angolo, raccontando una storia che va ben oltre quella scritta, un racconto che si respira nell’aria di ogni sala, nel giardino che si estende all’orizzonte, e che si riflette negli occhi di chi ha visto, attraverso secoli, il cambiamento della propria terra».
Fonte: Il Sole 24 Ore