La Royal Society è divisa: cacciare o no Elon Musk?

La Royal Society è divisa: cacciare o no Elon Musk?

Lungo Pall Mall, elegante viale nel cuore della zona monarchica di Londra, il tempo sembra essersi fermato: da Clarence House, per anni la residenza privata di Re Carlo, quand’era ancora Principe, a Lancaster House, il palazzo dei Tudor dove ieri si è tenuto il Vertice di Pace sull’Ucraina, passando per il RAC, il club per gentiluomini più esclusivo della città, fino alla Royal Society.

Ma dentro gli uffici della Società di Scienze più antica al mondo, fondata nel 1660 durante un altro Re Carlo, il secondo, infuria la polemica: cacciare o no Elon Musk? La Royal Society è l’istituzione scientifica più prestigiosa che esista: ne hanno fatto parte “mostri sacri” come Isaac Newton, scopritore della gravità universal, Benjamin Franklin, il padre dell’indipendenza americana e l’astrofisico Stephen Hawking, lo studioso dell’universo.

Riunione infuocata

Oggi i soci si riuniscono per discutere delle presunte violazioni del loro codice di condotta da parte del magnate visionario Musk. L’incontro, che si preannuncia infuocato, segue una lettera aperta, firmata da oltre 2.400 persone tra cui premi Nobel, che accusano il proprietario di X di propagare «teorie complottiste infondate».

L’autore della lettera, Stephen Curry professore emerito dell’Imperial College di Londra, sostiene che Musk divulga disinformazione sul suo sito di social media X (ex Twitter). La lettera, argomenta Curry, non riguarda la limitazione dei punti di vista politici o “l’imposizione di una sorta di conformità politica”, ma il rispetto dei principi fondamentali della Royal Society di integrità scientifica, rispetto delle prove e aderenza alla verità.

Una lunga polemica

La controversia sull’appartenenza di Musk era emersa prima ancora, già all’agosto 2024. All’epoca, 74 Fellow (compagni) scrissero alla Royal Society chiedendo se il proprietario di X fosse una “persona idonea e adatta” per ricoprire la carica Fellowship (compagnia). Il Presidente della Society, dopo aver consultato degli esperti legali, stabilì che Musk non aveva violato il codice di condotta della Society: espellerlo per motivi politici avrebbe potuto esporre la Society a ricorsi legali per discriminazione ai sensi dell’Equality Act del 2010. Ora il caso è esploso, ancor più virulento.

Fonte: Il Sole 24 Ore