La Scala presenta «La forza del destino». Per la Prima, 60 eventi a Milano
Un’opera difficile, che non apriva una stagione lirica della Scala dal 1965, quando «La forza del destino» venne diretta da Giuseppe Patanè per la regia di Lamberto Puggelli. L’opera di Giuseppe Verdi «sarà un momento forte e spero che lascerà una bella traccia nella storia del teatro», ha detto il sovrintendente della fondazione scaligera, Dominique Meyer, presentando la sua ultima serata inaugurale con questo incarico, che dal prossimo marzo passera a Fortunato Ortombina, oggi sovrintendente della Fenice di Venezia.
L’opera inaugurale
La serata di Sant’Ambrogio – a cui dovrebbe partecipare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – sarà dedicata quest’anno a Renata Tebaldi, la soprano che interpretò questo titolo nel 1955. Sul podio il maestro Riccardo Chailly, direttore musicale del Teatro, che guiderà l’orchestra scaligera e un casti artisti eccezionali, tra cui artisti Anna Netrebko, Brian Jagde e Ludovic Tézier. La regia è firmata da Leo Muscato, con scene di Federica Parolini, costumi di Silvia Aymonino e luci di Alessandro Verazzi.
Un’opera che parla di guerra e sensi di colpa, un’opera «profondamente commovente», come l’ha definita il regista Leo Muscato, che ha deciso di ambientare ogni atto in un periodo (e in una guerra) diversa, dal ’700 ai giorni nostri.
La Prima diffusa
Torna, per la 13esima volta, anche la Prima diffusa, iniziativa del Comune di Milano in collaborazione con Edison, che dall’1 all’11 dicembre porta l’opera in tutta la città, tra mostre, incontri e proiezioni: in tutto quasi 60 eventi in 37 sedi, per oltre 10mila partecipanti attesi. E come sempre, sarà Rai Cultura a riprendere e trasmettere lo spettacolo in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. La Prima sarà preceduta, mercoledì 4 dicembre, dall’Anteprima per gli Under30 e seguita da 7 repliche fino al 2 gennaio, quasi tutte sold out.
Soddisfatto per questo risultato il sovrintendente Meyer, che è stato più volte interrotto dagli applausi durante il suo intervento, quando ha ricordato i risultati raggiunti dal teatro nei cinque anni della sua gestione: cinque anni iniziati con la pandemia e terminati con numeri importanti al botteghino (quasi 34 milioni di euro incassati quest’anno) e il sostegno crescente dei provati (tra sponsor e fundraising). «Lascio un teatro con i conti in ordine e più moderno – ha detto – con un terzo di spettatori che ha meno di 35 anni, un numero di abbonati in costante crescita e tanti investimenti fatti per migliorare non solo la qualità artistica della nostra offerta, ma anche gli spazi, l’esperienza del pubblico e la gestione di una macchina in cui lavorano quasi 900 persone».
Fonte: Il Sole 24 Ore