La seconda edizione di Frieze Seoul conferma la solidità del mercato dell’arte

La seconda edizione di Frieze Seoul conferma la solidità del mercato dell’arte

La stagione del mercato dell’arte è appena iniziata, galleristi e collezionisti sono già travolti nel frullatore delle fiere, in un contesto che nei primi sei mesi dell’anno è stato caratterizzato dall’incertezza. In due punti del globo si sono svolte in questi giorni due grandi fiere, con tutti gli eventi paralleli ad esse correlate: a Seoul la seconda edizione della versione asiatica di Frieze (6-9 settembre) e a New York l’Armory Show (8-10 settembre), la storica fiera americana che pure a luglio è entrata nell’orbita di Frieze con un’acquisizione a sorpresa, rendendo la fiera inglese unico player di due eventi concorrenti – almeno dal punto di vista del calendario.

In realtà i pubblici sono molto diversi: da un lato New York, storico centro del mercato dell’arte e del collezionismo; dall’altro Seoul, che ha sì una lunga tradizione ma rappresenta una nuova destinazione per il mercato internazionale. “Seoul è sempre stato un importante centro culturale” ha commentato Pat Lee, direttore di Frieze Seoul, “come si evince dalla sua sofisticata infrastruttura artistica, composta da gallerie, istituzioni, una fiorente comunità creativa e una solida base di collezionisti. Questo contesto si è evoluto organicamente nel corso degli ultimi decenni: la produzione culturale coreana ha accelerato e catturato l’interesse internazionale, il pubblico globale che ha scoperto la musica, il cinema, la moda e ora l’arte coreana, da quella storica a quella contemporanea. Le principali gallerie internazionali hanno aperto qui avamposti, come White Cube, Lehmann Maupin, Perrotin, Pace, Thaddaeus Ropac e Gladstone Gallery. La fiera è una conferma della forza della scena artistica e una piattaforma per aumentare ulteriormente l’interesse. Dopo il successo dell’edizione inaugurale, anche la Seoul Fashion Week ha spostato le sue date per coincidere con la fiera, aumentando ulteriormente il fermento della Frieze Week e lo slancio creativo di Seoul”.

Le gallerie italiane a Frieze

I visitatori della fiera sono stati 70.000, con collezionisti arrivati da 36 paesi. Contemporaneamente si è svolta la fiera coreana Kiaf, che con la sua offerta maggiormente incentrata sull’arte coreana ha contribuito ad arricchire la settimana di Frieze. A quest’ultima hanno partecipato più 120 gallerie tra cui sei italiane, tutte attive nella fascia alta del mercato dell’arte e con artisti blue-chip: Cardi, Continua, Massimo De Carlo, Mazzoleni, Robilant+Voena e Tornabuoni. “Il mercato in Corea è molto vivace e interessato ai grandi nomi dell’arte contemporanea e della grande tradizione della pittura europea” ha commentato Marco Voena, “dall’Impressionismo a Lucio Fontana, passando per Picasso e Kandinskij. Frieze Seoul ha un pubblico giovane e attento”. La galleria, che ha partecipato anche l’anno scorso, ha riscontrato grande successo per artisti famosi, come Twombly, Fontana, Hirst e Koons nel contemporaneo, Renoir, Picasso, Kandinskij, Chagall nel moderno, ma anche per gli Old Masters, dal gotico, attraverso il Caravaggismo, fino a Canaletto. “L’anno scorso abbiamo venduto un quadro fiorentino del 1300, perché ricordiamoci che più del 30% dei coreani sono cristiani. Quest’anno abbiamo un successo di pubblico incredibile con fila all’ingresso dello stand e vendite di opere storiche del 900”.

Anche Mazzoleni è tornata per la seconda volta. “Assistiamo ad un crescente interesse per l’arte italiana del dopoguerra” hanno affermato i galleristi. “Dopo il successo della giornata di apertura Vip, abbiamo osservato un flusso costante di vendite anche nel secondo giorno della fiera”. In particolare, nel decimo anniversario della morte di Agostino Bonalumi, si è riscontrato notevole interesse per il lavoro dell’artista, di cui la galleria ha venduto l’opera “Bianco” del 1975 (price range: 70.000 – 90.000 $) e di cui ospiterà due importanti mostre a Torino e a Londra in autunno. “Anche il lavoro di Salvo continua a riscuotere un incredibile successo, apprezzato per i suoi paesaggi e la magistrale resa della luce naturale. Infine le opere di Nunzio hanno attirato l’interesse del pubblico, in particolare le sue Combustioni (price range: 90.000 – 150.000 $)”.
“Frieze Seul è una fiera con tanti giovani collezionisti, molta attenzione, curiosità e domande sulle opere” ha dichiarato Maurizio Rigillo di Continua. “Cruz-Diez e Kapoor gli artisti più richiesti, da 300.000 a 800.000 $”.
Massimo De Carlo nel suo stand ha sottolineato il legame tra l’arte coreana e quella italiana mettendo in dialogo il maestro dell’astrazione Giorgio Griffa con Yeesookyung, artista nota per la serie di sculture realizzate con resti di vasi coreani, con prezzi tra 20.000 e 140.000 $. “La fiera quest’anno è stata davvero internazionale, con visitatori da tutto il mondo” ha dichiarato il gallerista. Cardi ha venduto un’opera di Mimmo Paladino da 350.000 $ e un Dan Flavin a 250.000 $.

La forza degli artisti coreani e l’interesse per quelli stranieri

Per le gallerie internazionali sembra, quindi, valga veramente la pena investire nel mercato e cercare il contatto con i collezionisti coreani. Tra gli operatori che da tempo lavorano a queste latitudini c’è l’americana Lehmann Maupin, che ha anche inserito il 10% di artisti coreani nel suo roster. “Nonostante le più ampie preoccupazioni economiche, abbiamo registrato un inizio positivo della fiera” ha affermato Emma Son, Senior Director della galleria. “Sia i collezionisti locali che le istituzioni si sono impegnati in conversazioni profonde allo stand, che spesso si sono tradotte in vendite, per esempio per nomi coreani come Do Ho Suh e Lee Bul, di cui un nuovo dipinto è stato venduto a 190.000 $, o anche per nomi poco riconosciuti, come Sung Neung Kyung, un pioniere dell’avanguardia sudcoreana, ora presente in una collettiva al Guggenheim di New York”.
Tra i giovani, Moka Lee, 27 anni, realizza ritratti iperrealistici basati su fotografie dai social media. Jason Haam ha venduto un suo dipinto da 55.000 $ ad un giovane collezionista. Ma anche gli artisti internazionali hanno riscontrato grande successo. Rispetto all’anno scorso si è notata un’evoluzione, confermando come il mercato sia promettente e Seoul rappresenti sempre di più un hub in Asia, con collezionisti che arrivano da tutta la regione, attratti non solo dall’arte asiatica, ma anche dall’offerta dei grandi nomi dell’arte europea e americana.

Fonte: Il Sole 24 Ore