La sospensione del Patto di stabilità Ue verso la proroga a tutto il 2023

La sospensione del Patto di stabilità Ue verso la proroga a tutto il 2023

La Commissione europea si accinge a prorogare per un altro anno, fino a tutto il 2023, la clausola di salvaguardia che da marzo 2020 ha sospeso le regole del Patto di stabilità e crescita fino alla fine del 2022. La decisione, dettata dalla situazione di estrema instabilità scatenata dalla guerra russa contro l’Ucraina, è attesa – salvo sorprese – per mercoledì prossimo, 18 maggio, nel cosiddetto pacchetto di Primavera del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche dei 27.

Formalmente sui documenti della Commissione c’è ancora uno spazio bianco, la discussione «molto intensa» tra i servizi è in ancora corso, in vista della riunione dei capi di gabinetto di lunedì mattina. Tuttavia, riferiscono fonti Ue, l’orientamento ampiamente prevalente è di prorogare la sospensione. Una spinta in questa direzione è arrivata negli ultimi giorni anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha dato pubblicamente segnali di disponibilità.

Flessibilità nell’incertezza

Nella totale incertezza sulle prospettive economiche (Bruxelles si appresta anche a tagliare drasticamente le stime di crescita per la zona euro, per l’Italia circa un punto e mezzo percentuale rispetto al +4,1% indicato a febbraio) appare inevitabile mantenere l’assetto “flessibile” del Patto, attivato all’inizio della pandemia.

La proroga è anche una mossa utile prendere tempo nella discussione per la riforma del Patto su cui la consultazione era stata avviata due anni fa ma di fatto non era mai partita a causa dell’emergenza sanitaria. Riavviato nell’autunno 2021, il confronto aveva come obiettivo la formulazione di una proposta concreta di revisione delle regole comuni di bilancio nei primi mesi di quest’anno per chiudere il dossier nel semestre di presidenza francese della Ue che si chiude a giugno. Ma la guerra alle porte dell’Unione ha stravolto, insieme alle vite di milioni di persone, anche i piani dei governi, le previsioni economiche e la tabella di marcia della riforma del Patto.

Italia, resta in primo piano la sostenibilità dei conti pubblici

Nel pacchetto che sarà approvato mercoledì sono contenute anche le raccomandazioni per ciascun Paese. Per l’Italia resta in primo piano la sostenibilità dei conti pubblici, che significa innanzitutto riduzione del rapporto debito-Pil e contenimento del deficit. Un capitolo delle raccomandazioni, comune per tutti, riguarda l’attuazione dei Pnrr e copre dunque tutte le riforme inserite nei piani di ripresa e resilienza. Per l’Italia, che ha il Pnrr di gran lunga più ricco e più ampio, sono comprese tutte le riforme principali, molte delle quali sollecitate più volte negli anni precedenti, per esempio lo spostamento del peso fiscale dal lavoro al patrimonio, la riforma del catasto, quella dell’Iva, l’eliminazione di sussidi che hanno implicazioni negative per l’ambiente.

Fonte: Il Sole 24 Ore