La Spagna per Natale regala una nuova vita ai cantieri del Titanic
Arrivando a Belfast dall’aeroporto, nemmeno il più distratto dei viaggiatori può fare a meno di notare le due immense gru gialle che svettano sulla baia. E’ un carroponte e si leggono due gigantesche lettere: H&W. E’ la sigla della Harland&Wolff il cantiere navale più importante della città, la capitale dell’Irlanda del Nord.
Dalla slipway (varo) numero 3 sulla banchina chiamata Queen’s Island, nel 1911, il Titanic fu calato in mare. All’epoca era il più grande transatlantico del mondo, ma ebbe vita breve. Dopo appena un anno, la barca passeggeri più famosa della storia affondò, trascinando con sè 1.500 persone. Anche il cantiere di Belfast, da decenni in crisi, ha rischiato di affondare, ma proprio sotto Natale è arrivato un salvataggio insperato: la Spagna comprerà l’azienda. Per i 1.500 lavoratori che rischiavano un Natale nero senza lavoro, è il regalo più bello.
Dalla guerra al Titanic
La gente del posto chiama, affettuosamente, le due gru Sansone e Golia: non solo perché sono immense e si vedono quasi da ogni angolo della città ma perché sono anche il motore della città: il cantiere navale è stato per oltre un secolo il più grande datore di lavoro e il cuore industriale del depresso Ulster: lì, a metà dell’800, il governo di Londra decise di far erigere dei cantieri proprio per dare lavoro e portare del benessere. Sotto il regno della Regina Vittoria, la H&W divenne il più grande costruttore di navi militari della Gran Bretagna, con una produzione di 1.600 navi. All’epoca c’era ancora un impero da difendere e la flotta era il vanto del Paese: il grosso della flotta di Sua Maestà, fino alla Prima Guerra Mondiale, usciva proprio da quell’immensa officina marittima, che occupava una superfice di 32 ettari.
Crisi & salvataggio
Da tempo, però, il carroponte lavorava sempre meno: già nel 2019, i dipendenti (ridotti a qualche migliaia rispetto ai 35mila dei tempi d’oro) erano andati sotto al palazzo di Stormont, sede del “parlamentino” dell’Irlanda del Nord, per chiedere la ri-nazionalizzazione del gruppo. Il governo diede un finanziamento da 200 milioni di sterline. che prolungò per un po’ la vita della H&W. La scorsa estate, poi, la tegola finale: il governo delle isole Falklands aveva fatto marcia indietro su una commessa da 120 milioni, mettendo i cantieri di fronte allo spettro dell’insolvenza.
I dipendenti rimasti nel cantiere, che negli ultimi anni si era riconvertito alla costruzione di pale per i parchi eolici, ora passeranno sotto il controllo della holding spagnola Navantia. Il negoziato, in corso da qualche tempo, è in dirittura d’arrivo.
Fonte: Il Sole 24 Ore