la storia del ciclismo e il primo campione italiano”

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Avete il sacro fuoco della bicicletta? E quel pizzico di temerarietà che pervade ogni vero appassionato del pedale? E vi piace, oltre alla gloriosa storia dei pionieri, anche la Storia con la Maiuscola che dalla seconda metà del’Ottocento arriva ai primi del Novecento?

Ebbene, avete allora tutti i requisiti, magari in un week end grigio e piovoso, per soddisfare questa vostre passione. L’appuntamento è fissato alla mostra – allestita al Museo Alessandria Città delle Biciclette – dedicata all’origine della storia europea del ciclismo.

La prima maglia tricolore nella storia dello sport

Una mostra davvero sorprendente perchè non solo vi riporterà alle prime pedalate di questo straordinario mezzo evergreen, ma vi farà anche scoprire che il primo campione italiano di ciclismo – il milanese Giuseppe Loretz – è stato anche il primo atleta in assoluto a indossare la maglia tricolore nella storia dello sport italiano.

Non quindi un primatista di atletica seguace del Barone De Coubertin, né un anglofilo calciatore, visto che il primo campionato di football si è svolto nel 1898 (con la vittoria del Genoa). No, la prima maglia tricolore andrà a un ciclista coraggioso e visionario che, dicono le cronache, pare fosse anche un tecnico di prim’ordine. Uno di quei pionieri con baffoni a manubrio che nella seconda metà dell’Ottocento, soprattutto in Piemonte, venivano considerati dei temerari picchiatelli. Nel 1884, a 23 anni dall’Unità d’Italia, Giuseppe Loretz, si aggiudicò infatti il primo campionato di ciclismo su pista svoltosi a Torino in occasione dell’Esposizione Generale italiana.

Una competizione che si tenne in piazza d’Armi su una pista in terra battuta dominata per l’occasione “velodromo”. Loretz, all’epoca 24enne, si aggiudicò una una coppa in bronzo dorata offerta dal principe Amedeo di Savoia-Aosta. Questo trofeo, di significativo valore storico, è ben esposto in questa retrospettiva organizzata dal Museo di Alessandria dedicata al biciclo e intitolata, prendendo spunto da un famoso film degli anni Sessanta, “Quei temerari sulle macchine a due ruote. L’età del biciclo 1870 -1890”.

Fonte: Il Sole 24 Ore