La storica macelleria Tonazzo dice addio alla carne: focus sul plant based di Kioene

Tonazzo group, realtà veneta che dal 1888 opera nel settore della macelleria, ha annunciato che dal 31 dicembre 2024 chiuderà il ramo che si occupa del business della carne per puntare tutto su quello che riguarda le proteine vegetali, attribuendo a motivi valoriali la scelta dei fratelli alla guida dell’azienda, l’amministratore unico del gruppo Stefano Tonazzo e l’amministratore unico del brand Kioene Albino Tonazzo.

Come una società importante, guidata da cinque generazioni della stessa famiglia, possa mettere in atto un tale cambiamento lo scopriamo direttamente dalla voce dei due amministratori, che stanno compiendo quello che definiscono «un passo irreversibile».
«Negli ultimi anni – racconta Stefano Tonazzo – sono stati pubblicati diversi studi di Lca (Life Cycle Assessment) nei quali è stato comparato l’impatto sull’ambiente generato dalla carne rispetto a quello dato dalle proteine vegetali. Noi stessi abbiamo commissionato un’analisi specifica sui nostri prodotti vegetali paragonati a quelli di carne bovina che ha confermato quanto già evidenziato: le referenze di carne bovina impattano sull’ambiente oltre dieci volte di più rispetto ad analoghi vegetali (quali quelli di Kioene), a parità di valore proteico contenuto. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tali evidenze e spingiamo affinché ciascuno di noi sia consapevole di ciò nel momento che compie proprie scelte alimentari. Lo stesso confronto può essere fatto in merito alla salute alimentare: una dieta bilanciata ci aiuta a vivere in modo più sano».

I vertici aziendali non parlano di un piano di transizione graduale, ma di una scelta radicale meditata a fondo dalla famiglia e dai collaboratori stretti, senza l’azione di un evento scatenante; certamente ha aiutato avere sviluppato negli ultimi trentasei anni un brand pioniere del plant based, che attualmente vale il 65% del gruppo e che nel 2023 ha fatturato attorno ai 53 milioni di euro sugli 80 milioni dell’intero gruppo Tonazzo.
La conversione degli stabilimenti che prima operavano nel business delle carni avverrà con risorse interne, senza avvalersi di fondi pubblici o privati. «Prevediamo – continua l’amministratore del gruppo – l’inserimento di nuovi impianti per garantire il fabbisogno produttivo atteso nei prossimi tempi per lo sviluppo di Kioene».

«La cessazione delle attività legate al business delle carni – precisa Albino Tonazzo – non è frutto di uno spostamento della produzione. Le società si sono sempre evolute in modo indipendente le une dalle altre. Kioene nasce nel 1988 da una mia intuizione, durante un viaggio di lavoro in Brasile. Da qui l’idea di sviluppare un prodotto plant based che potesse essere una valida alternativa a quello animale. Ci sono voluti molti anni di studio per creare una specialità sana e al contempo gustosa; le prime vendite sono state fatte nel 1995 e fino al 2012 il mercato era una piccola nicchia. Solo nel 2012 abbiamo iniziato a vedere una crescita a doppia cifra. Da parecchio ormai siamo leader di mercato della proteina vegetale in Italia con l’attuale 40% delle quote tra prodotti a marchio e non. La decisione di abbandonare il business delle carni ci permetterà di concentrare tutte le energie nello sviluppo ulteriore di Kioene con l’obiettivo di acquisire sempre più quote, compensando così la cessazione del commercio nei derivati animali».

Albino Tonazzo assicura che al momento non stanno riscontrando particolari difficoltà nella conversione, anche grazie al fatto che Kioene cresce del +20% circa ogni anno; solo a luglio c’è stato l’ingresso nel settore delle alternative al formaggio, che, secondo il report “Approfondimenti sul mercato al dettaglio degli alimenti a base vegetale in Italia” di The Good Food Institute Europe, registra un incremento dei volumi di vendita del 77% nel periodo 2021-2023, mentre lo scorso 2023 l’ingresso in quello dei dolci, arrivando complessivamente a un centinaio di referenze apprezzate da 2,3 milioni di famiglie; ulteriori novità sono già in calendario.

Fonte: Il Sole 24 Ore