La Svolta licenzia la direttrice Cristina Sivieri Tagliabue

Sulla home page del sito della testata online La Svolta, nata alcuni anni fa per approfondire temi legati all’ambiente, ai diritti e al futuro, il tempo sembra essersi fermato: l’editoriale presente è datato 3 maggio ed è firmato dall’ormai ex direttrice, Cristina Sivieri Tagliabue. Ex perché la giornalista è stata prima sospesa e poi licenziata per giusta causa dalla società editrice che fa capo all’imprenditore Pietro Colucci che è direttore editoriale e editore della testata.

Licenziata perché? Il licenziamento per giusta causa fa riferimento a una nota redazionale uscita il 13 maggio in cui la redazione tutta si augurava che la situazione che riguardava l’editore Colucci, coinvolto nelle inchieste di Genova si chiarisse al più presto, e nel frattempo si impegnava comunque a fare il proprio lavoro. La redazione guidata da Sivieri Tagliabue ha ritenuto doveroso informare i lettori dato che ormai era passato qualche giorno dall’apertura delle indagini e un giornale che si occupa di diritti, ambiente e futuro ha una sua reputazione, legata alla trasparenza. Quindi era doveroso dire qualcosa nell’interesse del giornale stesso. La nota ha innescato un susseguirsi di eventi inaspettati per la giornalista: dapprima la sospensione, poi l’oscuramento del sito e poi un comunicato in cui si spiega che di fatto la pubblicazione è sospesa. Oggi l’apertura del sito La svolta è infatti occupata da una nota della società editrice dove si legge «che il giornale sta vivendo un momento critico che ci costringe a limitare, finanche a sospendere, le pubblicazioni dei nostri usuali contributi informativi sul tema dei diritti, dell’innovazione e dell’ambiente. L’archivio e le notizie pregresse del giornale rimangono a vostra disposizione». La nota prosegue spiegando che la scelta di aver voluto fare un giornale non basato su gossip e sensazionalismo non ha consentito ancora di trovare un sufficiente equilibrio finanziario dell’iniziativa.

Nella contestazione disciplinare alla direttrice Tagliabue vengono rimproverati i contenuti della nota redazionale che, come ha già avuto modo di spiegare la giornalista, sono però veritieri e rispettosi del diritto dei lettori a conoscere la situazione, in ossequio ai principi di indipendenza e decoro della professione di giornalista. Il licenziamento del direttore Tagliabue, che è l’unica dipendente della società editrice c’è stato comunque e adesso, come spiega l’avvocata Angelica Savoini che difende Sivieri Tagliabue «agiremo in giudizio per tutelare i suoi diritti. Ritengo che la dignità professionale della mia assistita sia stata lesa e questo licenziamento sia illegittimo e ritorsivo». Intanto alla giornalista è arrivata la solidarietà delle Cpo di Fnsi, Odg e Usigrai e l’associazione GiULiA Giornaliste che esprimono «piena solidarietà alla collega Sivieri Tagliabue, per un provvedimento disciplinare inaccettabile, nei confronti di una giornalista e direttrice che ha fatto il suo dovere: informare i lettori su una situazione peraltro già pubblica da giorni. Questa vicenda ha permesso anche di far emergere il gravissimo vuoto contrattuale nella testata, dove non esistono rapporti di lavoro dipendente, a parte quello della direttrice licenziata e quindi la totale assenza di una copertura sindacale».

Fonte: Il Sole 24 Ore