La tedesca Eat Happy punta sulla food valley e assume oltre 120 addetti per produrre sushi

La tedesca Eat Happy punta sulla food valley e assume oltre 120 addetti per produrre sushi

Un piano per almeno 120 assunzioni. A farle sarà la holding tedesca Eat Happy Group che ha investito nella food valley a Bentivoglio nell’hinterland bolognese per impiantare un nuovo stabilimento, operazione da circa 5 milioni di euro, dedicato alla produzione di sushi e altre specialità asiatiche vendute in super e ipermercati. Questa è la fase 2 della società da quattro anni è attiva con un altro sito produttivo a Busto Arsizio, in provincia di Varese. «Oggi siamo nella fase di start up della produzione nello stabilimento di Bentivoglio dove sono impiegati una trentina di addetti, ma stiamo lavorando per arrivare a pieno regime nei prossimi mesi – spiega Andrea Calistri, Ceo e Managing Director Italia, Francia e Olanda di Eat Happy Group -. Qui il sushi viene preparato a mano per prodotti ultra freschi venduti nei supermercati del Nord-Est e del Mezzogiorno». In Italia il mercato del sushi è raddoppiato nel corso degli ultimi due anni passando dai 120 milioni di euro nel 2019 ai 240 milioni nel 2021. La spinta è arrivata dal Covid che ha portato a consumare queste specialità healthy a casa grazie alla presenza nei banchi frigo della Gdo.

Solo Esselunga produce al proprio interno questi e tanti altri piatti etnici. Le altre catene acquistano da società specializzare come Eat Happy. Attualmente sono 15 le piattaforme logistiche della Gdo italiana servite dal Gruppo di origine tedesca. Con l’avvio della produzione nel bolognese in una struttura che si sviluppa su un’area di 3mila metri quadri la società punta al raddoppio dei ricavi in tre anni. «Il fatturato nel 2021 è stato di 24 milioni e quest’anno puntiamo a 30 milioni – continua Calistri -. Il budget 2023 è di 40 milioni che diventeranno 50 nel 2024». La strategia commerciale si sviluppa su due linee: i prodotti con il marchio Wakame sono in vaschetta e presenti in 600 supermercati tra cui Carrefour, Pam Panorama, Crai, Unes, Conad e Bennet. Ci sono poi i 55 corner con il brand Eat Happy a gestione diretta, presenti in iper e supermercati dove il sushi e le altre pietanze sono preparate a vista. Tra i piani di sviluppo c’è l’apertura di una decina di altri corner Eat Happy con la creazione di altri 40 posti di lavoro. «Vogliamo sviluppare la nostra presenza sul territorio anche con il franchising lavorando con catene della Gdo leader nel Centro-Sud Italia – continua il Ceo-. Il nostro obiettivo è di essere presenti su tutto il territorio nazionale entro la fine del 2024». Grazie alla disponibilità di spazi nel sito di Bentivoglio la società può sviluppare una nuova offerta di prodotti mentre in un prossimo futuro verranno preparati qui piatti di noodles con la prospettiva di medio termine di aggiungere linee dedicate ad altre cucine etniche come, per esempio, la libanese, thai e cinese. Positive le ricadute per la produzione agro alimentare nazionale perché la maggiore parte delle materie prime scelte dalla società saranno italiane a partire dal riso. «Abbiamo scelto di impiegare il riso piemontese e verdure coltivate in Italia».

Fonte: Il Sole 24 Ore