La versione di Cucinelli: come la gentilezza diventa solidità, anche per i bilanci
Più che di lusso “quieto”, traduzione di quel quiet luxury fiorito soprattutto dopo la fine della pandemia, Brunello Cucinelli ha sempre preferito definire il suo un lusso “gentile”. Un aggettivo che ricorre spesso nel suo personale vocabolario, sul quale ha modellato la sua idea di azienda e di prodotto. Che insieme alla calma, come recita il proverbio, la gentilezza sia virtù dei forti, lo confermano anche i recenti conti dell’azienda umbra, che ha chiuso il primo semestre del 2024 con ricavi a +14,1% e utili netti in aumento del 31% rispetto allo stesso periodo del 2023. Percentuali molto rare per i grandi gruppi mondiali del lusso, le cui vendite sono afflitte dalle tensioni internazionali, incertezze geopolitiche, il rallentamento del mercato cinese, un tempo fiorente e cruciale per ogni bilancio.
Ripercorriamo le percentuali delle semestrali degli altri “big”: +2% per Lvmh, Zegna +6,3%. Ci sono state anche percentuali in aumento a doppia cifra, come il +17% del Gruppo Prada (il primo gruppo italiano, con utili a +25,57%), il +11% di Moncler, il +12% di Hermès. Ma soprattutto, cali: il più squillante, il -11% di Kering, ma anche il -12,8% di Ferragamo. Segnali negativi anche per Capri Holdings (a cui fanno capo Versace, Jimmy Choo e Michael Kors) che ha chiuso il primo trimestre dell’anno fiscale 2025 (terminato il 29 giugno scorso) con un fatturato totale di 1,07 miliardi di dollari, diminuito del 13,2% rispetto all’anno scorso. Tonfo pochi giorni fa per il gruppo Lanvin (che controlla Lanvin, St. John, Caruso, Wolford e Sergio Rossi) a -20%.
Perché Cucinelli resiste così bene anche a quest’ultima tempesta nel lusso? «Lo stile per adesso è apprezzatissimo e siamo molto positivi su questi mesi a venire», ha detto lo stesso Cucinelli, che è sia presidente sia direttore creativo dell’omonima casa di moda, nel corso della presentazione della relazione finanziaria semestrale. Uno stile coerente come la sua narrazione, che fa riferimento a valori che si potrebbero definire “antichi”, ma senza cristallizzarli, anzi, modellandoli come risposte per la contemporaneità, soprattutto in tempi di incertezze e ansie per il futuro. Così, diventano avanguardie la centralità della persona e delle sue competenze, il rispetto del pianeta e delle sue risorse e il legame che fra queste due dimensioni intercorre. Ne nasce lo “stile Cucinelli”, dove una certa concretezza – quasi terragna, molto umbra -, non è mai banale, dove la versatilità e la comodità del vestire si impreziosiscono grazie a materiali e lavorazioni. A comprare Cucinelli sono i possessori del cosiddetto old money, ma anche i consapevoli fra i ricchi più giovani, uniti da una certa indifferenza per lo “show off” e il susseguirsi di tendenze dettate dal marketing. Forse una community di nicchia, ma solidissima. E che fa viaggiare il marchio verso una crescita del 10% nel 2025 e il raddoppio del fatturato entro il 2030.
Tornando ai conti: l’Ebitda è stato pari a 177,8 milioni di euro, in crescita del 14,8%, con una marginalità stabile, del 28,6% rispetto al 28,5% dello scorso anno. Nel mondo ci sono 126 boutique monomarca retail e il marchio è presente in 49 hard shop nei Luxury Department Stores. Gli investimenti sono cresciuti a 44,8 milioni di euro (dai 34,9 del primo semestre 2023), ma anche l’indebitamento, che da 38,6 milioni è salito a 68,7 milioni, con l’importante piano di investimenti e il pagamento di dividendi per complessivi 66,1 milioni. Aumentato anche il costo del personale, pari a 113,2 milioni di euro (+21,3%), con un’incidenza pari al 18,2% rispetto al 17,2% dello scorso anno. Il tema della giusta retribuzione è uno dei più cari per l’imprenditore di Solomeo: nel febbraio 2023 aveva annunciato l’intenzione di alzare gli stipendi degli operai del 20%, spiegando che «il valore di questa decisione, e uso di proposito la parola valore al posto di costo, può arrivare a un punto di ebitda. Direi che possiamo permettercelo e anzi essere orgogliosi di usare così i margini di redditività».
Se le mani sono al centro del progetto, e del successo, di Cucinelli, per l’azienda questo non significa chiudere la porta alle nuove tecnologie, intelligenza artificiale in primo luogo: lo scorso luglio, dopo tre anni di lavoro, è stato presentato il nuovo sito dell’azienda costruito proprio insieme all’intelligenza artificiale. «Abbiamo immaginato un sito senza pagine – ha commentato Cucinelli – nel quale i contenuti fluiscono e si combinano di fronte al visitatore, grazie a una tecnologia che cerca di comprendere e seguire l’intento degli utenti, disegnando all’impronta ciò che vedono. A tale tecnologia abbiamo dato il nome Solomei AI. Ci sembra che questo nuovo sito sia davvero molto speciale, anche in virtù dei commenti che abbiamo ricevuto dai nostri amici nel mondo dell’AI».
Fonte: Il Sole 24 Ore