La workation non passa di moda: le 10 destinazioni ideali dove poter lavorare in vacanza
Meglio le lontane Brisbane e Auckland o l’enigmatica Lisbona? Più forte il richiamo della natura che circonda città come Ottawa, Helsinky o Reykjavik o quello mitteleuropeo di Vienna o di Ljubljana (Slovenia)? Il clima e i sapori mediterranei di Nicosia o la modernità di Taipei? Non si tratta del classico giochino per scegliere la meta perfetta per le prossime vacanze ma la lista delle dieci destinazioni che, secondo uno studio della piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue Preply, risultano le più adatte per una workation, ossia la possibilità di lavorare a distanza in un luogo solitamente destinato a una vacanza, coniugando il piacere del viaggio all’esigenza di continuare a svolgere la propria professione.
A Tenerife un festival dedicato al nomadismo digitale
Dell’effetto Covid certamente rimarrà il nomadismo digitale. Si stima infatti che, nel 2025, il 75% della forza lavoro sarà nomade. A Tenerife punto di riferimento per lo smart working (è stata soprannominata Destinazione turistica intelligente) grazie a clima e connettività ottimi, natura, sicurezza, basso costo della vita, vantaggi fiscali e infrastrutture adeguate dal 2 al 5 giugno si tiene il Tenerife Digital Nomad Fest, un appuntamento dedicato al nomadismo digitale e al modo in cui la tecnologia condiziona le nostre vite, con analisi e riflessioni dedicati a un futuro sempre più vicino. Sull’isola accanto a Why Tenerife (marchio nato per attrarre i “nomadi digitali”) opera Work&Play Tenerife, che mette a disposzione una trentina di strutture di coworking e due di ‘coliving’, alloggi che permettono anche il telelavoro.
Dall’Australia a Cipro: le città sul podio
Sono 74 le città del pianeta finite sotto la lente di ingrandimento di Preply rispetto a dieci parametri di valutazione, suddivisi in tre distinte categorie: qualità della vita, clima e ambiente, costi e sicurezza. I dati raccolti sono stati poi inseriti in un sistema di punteggio in modo da poter confrontare tutte le destinazione allo stesso modo e dall’elaborazione di questi dati è emerso che le migliori condizioni per lavorare da remoto le offre Brisbane. I pregi della capitale del Queensland? Le condizioni climatiche, considerati i 22 gradi di media, sono una garanzia tanto per il benessere quanto per la produttività, mentre altre punti di forza sono la lingua (inglese), un sistema sanitario particolarmente efficiente e costi (l’equivalente di 1.070 euro) che si collocano nella media. Senza dimenticare l’offerta culturale dei suoi musei, la Queensland Gallery of Modern Art e lo Sciencentre, e i giardini botanici del monte Coot-tha. Al secondo posto c’è un’altra capitale, Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori analizzati e brilla per l’economicità dell’affitto medio, circa 870 euro. Sul terzo gradino del podio c’è invece Nicosia, capitale del Cipro, che a una conoscenza dell’inglese non certo elevata risponde con i suoi 283 giorni di sole all’anno (con una temperatura media di 20 gradi) e una spesa per l’alloggio che supera di poco i 500 euro.
L’Italia non è Paese per lo smart working
Delle altre sette destinazioni entrate nella top ten spiccano alcune curiosità. A Taipei, per esempio, i costi medi per un appartamento non superano i 600 euro ed è un motivo in più per pensare di visitare il grattacielo omonimo da 510 metri di altezza o assaporare l’ampissima offerta gastronomica. A Reykjavik, per contro, i fattori da considerare sono i costi (si sale oltre quota 1.380 euro di affitto medio) e le temperature (4 gradi) ma per gli amanti della natura islandese (vulcani e aree geotermali naturalmente comprese) il sacrificio potrebbe essere assolutamente necessario. E l’Italia? Se guardiamo al “workation index” di Preply, balza immediatamente all’occhio come le destinazioni per il lavoro a distanza tricolori siano piuttosto poco appetibili in un confronto internazionale. Nella categoria “qualità della vita” in particolare, le città della Penisola ottengono un punteggio insufficiente, con livelli di padronanza della lingua inglese bassi e tempi di percorrenza urbani molto lunghi. Roma e Milano, che in classifica troviamo rispettivamente al 43esimo e al 50esimo posto risultano inoltre città costose, soprattutto se paragonate ad altre destinazioni europee, e non brillano neppure per il clima e l’ambiente.
Fonte: Il Sole 24 Ore