La zampata dei partiti al Senato raddoppia i finanziamenti alla politica
Dal prossimo anno più di 30 milioni di italiani, loro malgrado, potrebbero essere obbligati a finanziare i partiti. Anche senza volerlo e quindi senza indicare in dichiarazione nessuna destinazione politica per la loro Irpef. A prevedere il contributo forzoso è un coppia di emendamenti gemelli al decreto fiscale in discussione al Senato, presentati dal Pd e Alleanza Verdi Sinistra. Il correttivo che sembra avere buone probabilità di approvazione, che rientra nel faticoso tentativo di mediazione per far passare il provvedimento incagliatosi a Palazzo Madama, modifica due aspetti cruciali di finanziamento della politica: l’aliquota girata ai partiti si riduce dal 2 allo 0,2 per mille dell’Irpef; un automatismo – e questa è la seconda mossa – distribuirà alle forze politiche anche tutte le quote inoptate in proporzione alle scelte espresse. Questo sistema, analogo a quello già in vigore all’8 per mille alle confessioni religiose, è destinato a raddoppiare le risorse a disposizione delle forze politiche.
I dati delle ultime dichiarazioni
Con le ultime dichiarazioni del 2023 le forze politiche avevano ricevuto 24,1 milioni di euro da 1,7 milioni di italiani. In pratica solo cinque contribuenti su cento avevano deciso di dedicare alla vita dei partiti una fetta della loro imposta sui redditi.
I maggiori beneficiari
Con il nuovo meccanismo, spiega la stessa norma, il finanziamento aumenta a 42,3 milioni annui, coperti in parte con i residui dei vecchi contributi elettorali. A beneficiare maggiormente saranno Pd, Fratelli d’Italia, Lega e M5S. Questi ultimi però manifestano contrarietà all’emendamento. All’ultimo giro, infatti, i dem avevano raccolto 8,1 milioni (cioè un terzo della dote totale), seguiti da Fratelli d’Italia (4,8 milioni di euro), il Carroccio (1,1 milioni a cui vanno aggiunti ) e i pentastellati (1,8 milioni). Tutte cifre – se passerà l’emendamento – destinate ora al raddoppio.
Fonte: Il Sole 24 Ore