“La zona d’interesse”, un’esperienza cinematografica inquietante e indimenticabile

“La zona d’interesse”, un’esperienza cinematografica inquietante e indimenticabile

Si può ancora realizzare un film sulla Seconda guerra mondiale dal taglio originale e capace di scuotere? Una risposta positiva arriva da “La zona d’interesse”, imperdibile opera di Jonathan Glazer uscita questa settimana nelle nostre sale.
Al centro della trama c’è una famiglia tedesca che vive accanto al campo di concentramento nazista di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale: da questo spunto di partenza si sviluppa una pellicola che ragiona in maniera formidabile sulle inquadrature, sul fuori campo e, più in generale, sul linguaggio cinematografico.
Le immagini non ci mostrano ciò che succede all’interno del campo di concentramento, ma si focalizzano sulla routine quotidiana dei personaggi, tra una madre intenta a far crescere i figli, le pulizie domestiche e un giardino da coltivare al meglio per fare bella figura con gli ospiti. Oltre le mura che segnano la fine della proprietà della famiglia, si vedono le torri e i tetti di Auschwitz, oppure il fumo dei treni che stanno arrivando al campo.

Attraverso questa messinscena straordinaria, si sviluppa una pellicola che si può senza dubbio definire un’esperienza audiovisiva fortissima e inquietante, anche grazie all’impressionante lavoro fatto sul sonoro, sia nella gestione degli angoscianti rumori del campo, sia per le musiche dal taglio elettronico di Mica Levi, compositrice di film come “Jackie” di Pablo Larraín, “Monos” di Alejandro Landes e “Under the Skin”, la precedente pellicola di Jonathan Glazer datata 2013.

Un film scioccante dall’inizio alla fine

Alla base del film c’è il notevolissimo romanzo omonimo del 2014 di Martin Amis, scrittore britannico mancato lo scorso anno, proprio nei giorni in cui si svolgeva il Festival di Cannes dove “La zona d’interesse” è stato presentato per la prima volta e dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria.Scioccante dall’inizio alla fine, “La zona d’interesse” è un’opera quasi unica nelle sue modalità stilistiche: per il suo rigore formale possono venire in mente le pellicole di Michael Haneke, ma il film forse maggiormente paragonabile è “Il figlio di Saul” di László Nemes, pellicola presentata sempre a Cannes nel 2015, che raccontava un’esperienza in un campo di concentramento con scelte audiovisive altrettanto originali e alienanti.Notevole inoltre la conclusione del lavoro di Glazer, che compie un azzardato gioco di sguardi tra passato e presente che il pubblico non dimenticherà facilmente.

Dopo aver ottenuto numerosi premi internazionali, “La zona d’interesse” si giocherà le sue carte anche agli Oscar: ha ottenuto cinque nomination ed è il grandissimo favorito nella categoria del miglior film internazionale dove rappresenterà il Regno Unito.

Bob Marley: One Love

Tra le novità più attese del weekend in sala c’è anche “Bob Marley: One Love” di Reinaldo Marcus Green.Si tratta di un biopic dedicato a Bob Marley, artista che nel corso della sua esistenza ha superato diverse difficoltà e ha composto canzoni rivoluzionarie, che ancora oggi sono un canto di libertà.Con questa pellicola si è voluto così rendere omaggio alla vita e alla carriera di una delle icone musicali tuttora in grado di ispirare generazioni diverse, tramite il messaggio di amore e unità trasmesso dalla sua musica. Gli intenti sono nobili e la storia naturalmente molto interessante ma, come spesso avviene in operazioni di questo tipo, la sceneggiatura gioca troppo per accumulo, senza riuscire a concentrarsi adeguatamente sulla straordinaria personalità del personaggio principale.Il taglio scelto da Reinaldo Marcus Green è troppo convenzionale e didascalico, nonostante non manchino momenti emozionanti e dotati di ottimo ritmo.Raccontare un’icona come Marley non è certo facile, ma si poteva fare qualcosa di meglio, optando per traiettorie narrative meno lineari e rischiando anche di più in fase di regia. Discreta la prova dell’attore protagonista Kingsley Ben-Adir.

Fonte: Il Sole 24 Ore