L’allarme degli industriali dell’auto: «Senza sostegni il sistema crolla»

«Chiederò a tutte le territoriali dove ci sono fabbriche e filiere automotive di fare una grande mobilitazione degli imprenditori» aggiunge Borgomeo. «Faremo una manifestazione pubblica, forte, degli imprenditori, che diranno: o le regole le condividiamo o, capite, queste sono le chiavi delle imprese. Ve le portiamo perché tanto qui non c’è più prospettiva».

Lo scenario da cambiare è quello “ideologico” che in Europa «ha determinato una crisi in un settore industriale rilevantissimo» dice Borgomeo, per lo stop al motore endotermico dal 2035 e l’obbligo di Euro 7 per le immatricolazioni da luglio 2025: «Come disse Marchionne noi siamo pronti a costruire una transizione verso le auto elettriche ma deve esserci una effettiva produzione di energia da fonti rinnovabili, altrimenti è tutto finto. E’ una truffa perché parliamo comunque di energia da fossile», mentre il prezzo da pagare, industriale, sociale, economico, è altissimo.

«La nostra proposta è molto semplice. Noi vogliamo che al 2035 tutto il parco auto europeo sia almeno Euro 6: porterebbe un miglioramento enorme dal punto di vista delle emissioni e più sicurezza mantenendo in vita una filiera e le fabbriche che nel frattempo si orienteranno verso altro» suggerisce.

Gli industriali chiedono poi al Governo «strumenti straordinari «per gestire una transizione che ci sarà comunque, anche se riuscissimo a rallentarla o a modificarla. Anche con una transizione più ’intelligente’ non ci sarà capienza per l’attuale filiera dell’automotive, dovranno diversificare» insiste Borgomeo.

Accanto agli ammortizzatori sociali servono, aggiuge, «centri di ricerca e sviluppo per favorire un cambiamento di processo produttivo e di prodotto e quindi serve fare ricerca e sviluppo. E servono risorse evidentemente perché serviranno degli investimenti. Per la filiera tutto questo è cruciale».

Fonte: Il Sole 24 Ore