L’allarme di Macron in Germania: la Russia può essere qui domani
Ucraina, Russia, difesa europea: i temi più urgenti del conflitto hanno tenuto banco nel discorso tenuto da Emmanuel Macron al festival europeo della gioventù davanti alla Frauenkirche di Dresda. Questo il momento clou della seconda giornata del presidente francese in Germania, prima visita di Stato con tutti gli onori cerimoniali da quella di Jacques Chirac del 2000.
«Noi europei non stiamo facendo la guerra alla Russia o al popolo russo», ha detto a Dresda Macron , primo presidente francese a tornare nella Germania Est dal 1989. Aggiungendo però che «continueremo ad aiutare l’Ucraina a difendersi fino a quando sarà necessario», perché «non si può permettere che un regime autoritario e revisionista come quello di Mosca minacci l’Europa». Per il presidente francese, infatti, «anche la Germania e la Francia non sarebbero più al sicuro se in Ucraina prevalesse la legge del più forte» e «la Russia potrebbe essere qui domani». «La pace – ha ribadito – non può essere la capitolazione di Kiev».
Nell’intervento, in cui a tratti ha parlato in tedesco, Macron ha ripreso diversi temi toccati anche nel recente discorso alla Sorbona, dalla difesa europea – per la quale, ha detto, servono una «rivoluzione copernicana» e un «bilancio raddoppiato», che contempli anche l’opzione di «debiti comuni» – alla Cina, alla sfida elettorale rappresentata dall’avanzata delle destre.
Martedì, il presidente francese raggiungerà Muenster ma, soprattutto, il castello di Meseberg, la residenza che il Governo tedesco dal 2007 riserva tradizionalmente agli eventi speciali con ospiti internazionali.
Qui Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz (con le delegazioni governative) discuteranno diversi dossier, a cominciare dal potenziamento della difesa aerea dove, secondo fonti citate dall’agenzia Bloomberg, potrebbe essere valutata l’aggiunta di un sistema di difesa che integri la European Sky Shield Initiative (ESSI), promossa dalla Germania e sostenuta da 21 Paesi , che utlizza missili israeliani Arrow 3 e statunitensi Patriot. La Francia, che con l’Italia ha sviluppato il sistema noto come SAMP-T, non ha finora sostenuto l’ESSI, sottolineando che sarebbe preferibile una soluzione di tipo europeo.
Fonte: Il Sole 24 Ore