Lamp: «Globalizzazione, così i dazi di Trump rilanciano la narrazione populista di destra»

Lamp: «Globalizzazione, così i dazi di Trump rilanciano la narrazione populista di destra»

Tutti vincitori. No, tutti sconfitti. Oppure, ricchi privilegiati contro classe media e poveri, multinazionali contro piccole imprese, Stati Uniti contro Cina, lavoratori di casa contro migranti: le recenti minacce di Trump di imporre dazi del 25% sull’intero import da Canada e Messico e di un 10% aggiuntivo sulle merci in arrivo dalla Cina – per quanto lette più come uno strumento di pressione politica per fermare immigrati e traffici di droghe – hanno riportato sotto i riflettori il dibattito planetario sulla globalizzazione, nelle sue diverse narrazioni.

Trump è uno degli esponenti più importanti della «narrazione populista di destra», secondo la mappa disegnata da Anthea Roberts e Nicolas Lamp nel loro “Le sei facce della globalizzazione”, giudicato da Financial Times e Fortune, alla sua pubblicazione per Harvard University Press tre anni fa, come “miglior libro sulla globalizzazione” e da poco tradotto in italiano da Franco Angeli.

Nella narrazione diffusa da Trump fin dal suo primo mandato, sottolineano Roberts e Lamp, «il ruolo da protagonisti tocca ai paesi in via di sviluppo e ai loro lavoratori: Cina e Messico sono accusati di “stuprare” e “uccidere” gli Stati Uniti» e la sua classe operaia, approfittando dei “terribili” accordi commerciali negoziati dai precedenti presidenti americani. Ma sono sei le principali narrazioni identificate dagli autori, che hanno scelto un approccio “multi-prospettiva” con il dichiarato obiettivo di fornire una base teorica e favorire convergenze tra le diverse policy invocate in ogni parte del globo, ora che dopo 30 anni di egemonia la “narrazione dell’establishment” (tutti vincitori) appare alle corde.

A fine ottobre lo studioso canadese Nicolas Lamp è stato invitato a Roma a “Diplomacy. Festival della diplomazia”. Lamp è professore associato presso la Facoltà di Legge della Queen’s University (Ontario, Canada). E’ stato a lungo consulente Wto come esperto di risoluzione delle controversie ed è autore di numerose pubblicazioni sulla legislazione del commercio internazionale.

Quali sono le sei narrazioni principali che avete individuato?
La narrazione dell’establishment vede solo vincenti: tutti alla fine traggono vantaggi dalla liberalizzazione dei commerci e dall’abbattimento dei confini. Per la narrazione populista di sinistra i veri vincitori sono pochi ricchi privilegiati, i perdenti la classe media e i poveri. Per la narrazione sul potere delle multinazionali sono solo le grandi aziende a trarre vantaggi e un abnorme “potere di mercato” a scapito di quelle più piccole. Per la narrazione populista di destra i vincitori sono “gli altri”, quelli che arrivano da fuori, e i perdenti i lavoratori di casa. La narrazione geoeconomica si focalizza sui vantaggi che solo le grandi nazioni – Cina e Usa – hanno ottenuto, a scapito di tutte le altre, ma anche sul contrasto tra le superpotenze. Infine, la narrazione sui rischi globali vede solo perdenti, mettendo l’accento su fenomeni globali come le crisi finanziarie, i cambiamenti climatici, la pandemia.

Fonte: Il Sole 24 Ore