L’Argentina al voto in bilico tra peronismo e dollaro

Javier Milei, definito El loco, (il pazzo, Ndr), è un economista, di formazione, che nessuno mai ha assoldato come economista. La sue ricette sono queste: fine della sovranità monetaria, con immediata dollarizzazione dell’economia e adozione del biglietto verde come moneta nazionale, l’abolizione della Banca centrale, oltre che della sanità pubblica, della scuola pubblica.

Annunci effettuati brandendo una grossa motosega, simbolo della lotta alla casta. Milei, va detto, è arrivato fin qua mostrando grandi capacità mediatiche. E ora rilancia con quelle medianiche; sì perché, tramite medium, entra in connessione con Conad, il suo cane mastino, morto nel 2017, con cui – lui dice – dialoga. Non è chiaro se l’annuncio di Milei di voler interrompere i rapporti commerciali con Cina e Brasile, i due principali partner dell’Argentina, derivi dai consigli di Conad o siano frutto della conversazione con gli altri cani, quelli vivi, chiamati con il nome di Premi Nobel dell’Economia: Milton, (come Milton Friedman), Murray (Rothbard), Robert e Lucas (come Robert Lucas).

Ad aggravare la situazione, l’ultima preoccupazione: il rischio delle schede elettorali truccate. La giustizia elettorale della provincia di Buenos Aires ha avvertito i rappresentanti di “La Libertad Avanza”, il partito di Milei, che non ne ha consegnate un numero sufficiente per il voto di domani.

Il partito ha risposto che non aumenterà il numero delle schede consegnate e che saranno i suoi rappresentanti di lista a pensarci, il giorno delle elezioni. «Vogliamo evitare danneggiamenti o furti di schede come quelli avvenuti in tutto il Paese nelle elezioni precedenti», si è giustificata la formazione di destra. Insomma «Giochi sporchi» – denunciano vari giornalisti argentini – che falsificherebbero il voto.

In questo circo, mediatico e cinofilo, data l’importanza dei cani, il professor Szeta ci dà una chiave di lettura, purtroppo non una exit strategy. «C’è un solo modo di pensare la realtà o lo Stato? No, naturalmente e l’argentinità consiste proprio nel soffermarsi su una riflessione sui temi classici: la storia, la bellezza, l’amore, la politica. Ribaltarne i criteri interpretativi osservare i nuovi orizzonti di approdo». Imperscrutabili, ovvio.

Fonte: Il Sole 24 Ore