L’arte indiana corre insieme all’economia
Se il XXI secolo è stato definito The Indian Century, il secolo indiano, per via della rapida crescita economica (+7,8% nel secondo semestre 2023), anche il mercato dell’arte moderna e contemporanea del paese rispecchia tale accelerazione, registrando un aumento dei collezionisti e dei valori delle opere.
E l’Italia guarda con attenzione: a Trieste è in corso, al Magazzino delle idee, l’esposizione «India oggi» a cura di Filippo Maggia dedicata a 17 fotografi dell’India, tra cui il grande Raghu Rai, classe 1942, che ha documentato il periodo post-indipendenza (da Photoink, prezzi 7-15.000 dollari). A Venezia durante la Biennale ci sarà una grande mostra ai Magazzini del Sale, organizzata dal Kiran Nadar Museum of Art di Nuova Delhi dedicata a M.F. Husain, maestro del Modernismo, che registra valori già milionari, e parallelamente un’iniziativa nel Salone Verde della Biennale che mette in dialogo artisti come Madhvi Parekh, Manu Parekh e Karishma Swali con le artigiane della Chanakya School of Craft, impegnata nell’emancipazione delle donne. Anche nel 2025 l’arte contemporanea indiana sarà protagonista al Pac di Milano, con una collettiva curata da Raqs Media Collective.
Valori in crescita
La crescita era evidente tra gli stand della 15ª edizione di India Art Fair, dall’1 al 4 febbraio a Nuova Delhi, che ha registrato un aumento del 30% dei visitatori (il numero non è stato comunicato), tra cui diversi musei internazionali. Le vendite sono andate bene grazie all’appetito di giovani collezionisti che fanno crescere i prezzi. Il Young Collectors Program quest’anno, dedicato ai nuovi acquirenti, ha registrato il doppio delle richieste di partecipazione, 400 rispetto alle 200 del 2023. “Sono giovani, preparati e ambiziosi – ha spiegato la direttrice della fiera Jaya Asokan, – provengono dal mondo della finanza, della consulenza, delle grandi aziende, delle nuove tecnologie (soprattutto da Bangalore); in alcuni casi si tratta di ricchezza di seconda generazione”. “Ho iniziato ad acquistare arte indiana moderna e contemporanea intorno al 2000” ha raccontato Asha Jadeja, nota venture capitalist indiana di base a San Francisco, fondatrice della Motwani Jadeja Family Foundation (MJF), che quest’anno ha istituito in fiera un premio per una artista indiana da 100.000 $, il più dotato dell’Asia meridionale. “Da allora il valore dell’investimento in arte si è moltiplicato di tre o quattro volte. Eppure, l’arte moderna e contemporanea indiana non è ancora così nota all’estero. Più diventerà globale, più i valori aumenteranno”.
L’evoluzione del mercato secondario
“Nel 2005 da Christie’s a New York abbiamo superato per la prima volta il milione di dollari per l’arte indiana con un’opera di Tyeb Mehta” ha ricordato Hugo Keith Weihe, già direttore per l’arte asiatica da Christie’s e ceo da Saffronart, oggi art advisor. “Poi è arrivata la crisi del 2008, che ha colpito soprattutto il contemporaneo. Il moderno è rimasto stabile, ma ora è di nuovo in salita, mentre il contemporaneo rappresenta un’opportunità di investimento ad un entry price accessibile. È l’inizio di un boom. D’altro canto, parliamo della popolazione più grande al mondo, con una cultura antica come quella della Cina”.
Guardando ai dati d’asta del 2023, “il mercato in India è cresciuto del 9% sul 2022” ha affermato la direttrice di India Art Fair Jaya Asokan, “raggiungendo 1000 crore (circa 111.650.000 euro, ndr) per circa 4.000 opere d’arte”. Da Saffronart è stato segnato il record assoluto per l’arte indiana: 7,4 milioni di dollari per il dipinto del 1937 “The Storyteller” di Amrita Sher-Gil, scomparsa a soli 28 anni, che presto vedremo alla Biennale Arte di Venezia nella 60ª Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo «Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere» a cura di Adriano Pedrosa. Neanche un mese prima era stato segnato un altro record da 6,3 milioni con la tela “Gestation” del 1989” di S.H. Raza, in seguito alla personale al Pompidou nei primi mesi del 2023.
“Abbiamo assistito ad un’enorme crescita dei millennials nel mercato dell’arte indiana moderna e contemporanea” ha affermato Sonal Singh, Managing Director, Christie’s India. “Nel 2023, abbiamo fatturato più di 24 milioni in Arte dell’Asia meridionale; il 60% delle offerte proveniva dall’India e il 45% è stato battuto in India. Tre delle cinque opere con i valori più elevati sono state vendute in India. Abbiamo notato un’enorme attività online. Negli ultimi cinque anni, i compratori in India sono aumentati del 2000%; quelli di borse di lusso del 500% e quelli dell’arte postwar e contemporanea del 400%”.
Il rischio speculazione
Ma c’è speculazione? “Nel 2008 c’erano fondi che gonfiavano i prezzi” prosegue Sonal Singh, Managing Director, Christie’s India. “Oggi ci sono tanti collezionisti privati che sostengono il mercato. Inoltre, manca l’offerta di capolavori dell’arte moderna, per cui puntiamo sempre più sul contemporaneo”. Il timore della speculazione, tuttavia, esiste, e chissà se questo è uno dei motivi per cui c’è reticenza a parlare di prezzi sul mercato primario, che vengono rivelati alla stampa solo off the record.
Fonte: Il Sole 24 Ore