Las Vegas punta su Formula 1 (e Super Bowl) per rinnovare il turismo
La città più luccicante, peccaminosa ed eccessiva di tutti gli Stati Uniti non rinnega se stessa e prova a rilanciare le sue strategie turistiche includendo per la prima volta alcuni dei più grandi eventi sportivi mondiali, mettendo in calendario nientemeno che questa settimana la Formula 1 e a febbraio 2024 il Super Bowl numero 58. Per molti, il sogno è che diventi il Gran Premio più maestoso di tutti i tempi.
Al contrario dell’evento clou annuale della NFL, per la regina del motorsport non è un debutto assoluto ma un ritorno dopo oltre 40 anni, anche se su un tracciato differente. La prima volta che i motori della Formula 1 rombarono nella Sin City fu nel 1981, ma l’edizione più significativa fu la seguente, nel 1982. Una gara memorabile perché rappresentò la prima vittoria per Michele Alboreto sulla Tyrrell-Ford Cosworth e, come sedicesimo e ultimo appuntamento dell’anno, incoronò campione Keke Rosberg sulla Williams, mentre il campionato costruttori fu il settimo ad arricchire la bacheca Ferrari.
Passo falso per la Ferrari
A questo giro invece una Ferrari ha mosso il primo passo male, ma non per colpa propria. Nonostante la pista non sia più letteralmente disegnata all’interno dell’indegno parcheggio dell’hotel Caesars Palace, nello svolgimento delle prime prove libere, la vettura di Carlos Sainz è stata colpita al fondo della scocca, subito dopo il passaggio della Alpine di Ocon, da un tombino probabilmente mal posizionato o mal cementato, che ha danneggiato fortemente la sua monoposto, costringendo gli organizzatori a una sospensione immediata delle prove. Nella prosecuzione della inconsueta e abbastanza fredda notte non ci sono stati tuttavia altri grossi problemi durante la successiva seconda sessione, dove fortunatamente Sainz è riuscito a rientrare con l’auto riparata: ma a causa della necessaria sostituzione della batteria della sua Ferrari, la Fia ha deciso di applicare il regolamento senza deroghe alle penalità previste. Tuttavia, vista l’ora tarda e la seguente riapertura del traffico del primo mattino, il promoter non ha fatto una bella figura, impedendo al pubblico di partecipare alle seconde prove libere (rinviate di due ore e mezza rispetto alla prevista mezzanotte causa riparazioni urgenti) per necessità di sgombero delle tribune, provocando qualche accesa protesta: un ripensamento dell’ultimo minuto che poteva essere senz’altro evitato con una più attenta pianificazione.
La buona notizia per i tifosi delle rosse però è un’altra: Charles Leclerc ha segnato il miglior tempo in entrambe le prime due sessioni del giovedì notte. E se la prima non fa testo perché sono stati completati solo 4 giri, la seconda è molto indicativa di una condizione non perfetta né per le Red Bull né per le Mercedes.
Complessivamente, non è stato del tutto un buon inizio per questo evento, specie dopo le polemiche che si erano già accese su altri piani: prima i dubbi sull’efficienza degli pneumatici durante le ore notturne, poi le critiche dei piloti sulla mancata presenza di curve “veloci”, al contrario degli altri gran premi cittadini. Ma soprattutto la pesante dichiarazione di Verstappen seguita alla presentazione ufficiale, dove ha decretato che secondo lui il format di questo evento è concentrato al 99% sullo spettacolo e all’1% sulla dimensione sportiva. Come se non bastasse, ha aggiunto pure che «lì in piedi si sentiva un clown». Ma d’altra parte, proprio come suo padre, l’olandese non spicca per empatia. Inoltre, non ha molto da recriminare e, dopo aver vinto il suo terzo titolo mondiale consecutivo, sorprende che, rappresentando la figura di punta dei piloti attuali, prenda questa antipatica posizione così apertamente. Di parere opposto tuttavia il veterano sette volte campione del mondo Lewis Hamilton che, al contrario, approva l’organizzazione, testimoniando che «lo sport continua a crescere e che a Las Vegas hanno fatto un bello spettacolo, anche se non sarà mai come Silverstone». Ma nonostante il freddo dell’atmosfera e dell’asfalto, questa prima volta in cui la città più luminosa al mondo si chiude per far spazio alle Formula 1, qualcosa di concretamente buono e innovativo è stato fatto e, anche se non potrà far felici tutti, questo week-end segnerà comunque un punto di svolta nella conoscenza e nella percezione di questo sport non solo negli Stati Uniti.
Fonte: Il Sole 24 Ore