L’auto zavorra la produzione – Il Sole 24 ORE

E’ ancora una volta l’auto a zavorrare il dato sulla produzione industriale, che ad agosto su base tendenziale cede il 3,2%, anche se recupera un decimale rispetto al mese di luglio. Pur non essendo un mese “pesante”, per effetto della chiusura di molte fabbriche, nel confronto con lo stesso mese del 2023 il quadro è mediamente negativo. Per le auto, in particolare, la caduta produttiva è del 42%. Dato, questo, che trascina verso il basso l’intera categoria dei mezzi di trasporto, che ancora una volta è la peggiore nelle statistiche Istat, cedendo oltre il 14%. Con il dato di agosto non cambia di molto il bilancio del 2024, che da gennaio vede ora per la produzione industriale un calo del 3,3%

Nel dettaglio

Ad agosto 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,1% rispetto a luglio. Nella media del periodo giugno-agosto si registra un calo del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

 L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni di consumo (+2,8%) e l’energia (+2,3%); diminuiscono invece i beni strumentali (-2,5%) e i beni intermedi (-2,8%).

 Al netto degli effetti di calendario, ad agosto 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo (-2,0%), più marcata per i beni intermedi (-7,2%) e quelli strumentali (-7,3%); in crescita solo l’energia (+6,0%).

 I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+5,2%) e le altre industrie manifatturiere (+2,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,8%).

Fonte: Il Sole 24 Ore