Lavoratori dipendenti, dal cuneo ai fringe benefit: come cambia la busta paga da gennaio
Da cuneo e Irpef ai fringe benefit. Dal nuovo bonus mamme lavoratrici ai premi di produttività. Con la manovra 2025 cambiano un po’ le agevolazioni sul lavoro, e quindi da gennaio, in primis per i lavoratori dipendenti, si vedranno gli effetti in busta paga. Ecco le principali novità.
Cuneo e Irpef
Da gennaio, come detto, ci sono due misure fiscali che produrranno effetti nelle buste paga dei redditi medio-bassi. La prima è la rimodulazione delle aliquote Irpef, che da quattro passano a tre: si paga il 23% per i redditi fino a 28mila euro, il 35% per quelli superiori a 28mila fino a 50mila, il 43% oltre i 50mila euro. La seconda misura sostituisce il taglio al cuneo contributivo, fino al 2024 vigente nella parte a carico dei soli lavoratori, introdotto dal Governo Draghi e rafforzato dall’esecutivo Meloni (taglio di sette punti di contributi fino a 25mila euro di reddito, di sei punti fino a 35mila euro). Non prevedendo alcun décalage questo meccanismo, che garantisce aumenti medi mensili di circa 100 euro, penalizzava i lavoratori sopra i 35mila euro di reddito. Il nuovo meccanismo invece è tutto fiscale e comprende due diverse modalità in funzione del reddito posseduto. In pratica, chi ha un reddito complessivo fino a 20mila euro guadagna una somma che deriva da una percentuale applicata al reddito del lavoratore: 7,1% fino a 8.500 euro, 5,3% tra 8.500 euro e 15mila euro, 4,8% per i redditi compresi tra 15mila euro e 20mila euro. Queste somme non concorrono alla formazione del reddito complessivo ai fini Irpef. Ai lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra 20mila e 40mila euro è riconosciuta una detrazione, da rapportare al periodo di lavoro, di importo variabile a seconda dell’ammontare del reddito complessivo del lavoratore stesso. In particolare, la manovra prevede che se il reddito complessivo non supera i 32mila euro, la detrazione è pari a mille euro; qualora il medesimo reddito complessivo superi invece tale soglia, spetta una detrazione decrescente al crescere del reddito, che si azzera per i soggetti con reddito a ridosso dei 40mila euro. L’effetto delle due misure è un incremento in busta paga di circa mille euro l’anno. In alcuni casi non cambierà molto per i lavoratori dipendenti che già lo scorso anno prendevano queste bonus, per altri (soprattutto nella fascia reddituale sopra i 35mila euro) lo stipendio salirà. La dote è di circa 13 miliardi, i lavoratori interessati aumenteranno di 1,3 milioni rispetto agli oltre 13 milioni già interessati dalla misura in vigore fino al 2024. Arriva anche l’Ires premiale, sotto forma di abbattimento di 4 punti dell’imposta (dal 24 al 20%) per le imprese che devono accantonare l’80% degli utili a riserva reinvestendone il 30%, mantenere stabili i livelli occupazionali, aumentarli almeno dell’1% nel 2025 e non aver chiesto Cig nel 2024-2025.
Premi di produttività
Un altro intervento per incrementare le buste paga è la conferma della tassazione agevolata sui premi di produttività. Con la legge di Bilancio si conferma anche per il 2025, 2026 e 2027 la riduzione dal 10% al 5% la tassazione sui premi di produttività, già prevista per le erogazioni negli anni 2023 e 2024. Secondo gli ultimi dati del ministero del Lavoro hanno beneficiato delle somme fiscalmente incentivate oltre cinque milioni di lavoratori ai quali è corrisposto un importo medio annuo di oltre 1.500 euro.
Bonus mamme
Dal 2025 cambia anche il bonus mamme. La misura, ora, si è trasformata in un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali, a carico del lavoratore (nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui) per le lavoratrici, madri di due o più figli, dipendenti (a esclusione dei rapporti di lavoro domestico) e autonome che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario. Questo esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Dal 2027 per le madri di tre o più figli, l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. L’esonero è riconosciuto a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40mila euro su base annua. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della manovra, sarà un decreto Lavoro-Mef a stabilire la misura dell’esonero contributivo e la modalità per il riconoscimento.
Fringe benefit
Novità anche sui fringe benefit. Per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027 si conferma l’innalzamento da 258,23 a mille euro (2mila per dipendenti con figli fiscalmente a carico) del limite di esenzione delle somme erogate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, nonché delle spese per l’affitto o il mutuo della prima casa. Per i neoassunti a tempo indeterminato con reddito fino a 35mila euro nell’anno precedente che trasferiscano la residenza di oltre 100 Km scatta l’esenzione fiscale per le somme erogate dai datori di lavoro per locazioni o manutenzione di immobili entro il limite di 5mila euro per due anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore