Le Cinque Terre museo a cielo aperto con la “nuova” Via dell’Amore
Metà settembre. Ultime giornate di una calda estate, tanta gente. La signora che gestisce il B&B Cà de Gianchi a Manarola racconta che almeno fino a fine mese sarà così, ed è quanto succede dai ponti di primavera in avanti: camere sold out (nonostante le 200 euro a notte per alloggiare in una camera doppia) e pienone di turisti soprattutto stranieri (asiatici e nordamericani in modo particolare) molti desiderosi di percorrere la famosa Via dell’Amore che sarà riaperta totalmente solo il prossimo anno.
Il territorio
Alle Cinque Terre, sito Unesco dal 1997, si contano del resto circa 3 milioni di visitatori l’anno. Vernazza con la sua torre e la sua chiesa sul mare è la destinazione più frequentata e la stragrande maggioranza sono turisti giornalieri (le presenze nelle strutture ricettive sono solo 160mila) che scendono dal Levante ligure o risalgono dalle città d’arte della Toscana. Scegliendo questo periodo dell’anno per un week end da queste parti il rischio di trovarsi in situazioni “scomode” (lunghe code per prendere i treni o i battelli, affollamento eccessivo nei borghi o sui sentieri) c’è ma rimane pur sempre una destinazione che regala sensazioni uniche e panorami da cartolina. Ma soprattutto c’è una buona (e assai gradita) notizia: la riapertura completa della Via dell’Amore, il sentiero simbolo delle Cinque Terre che collega orizzontalmente Riomaggiore a Manarola, già proclamato Monumento Nazionale nel 2015 e chiuso al pubblico a causa della frana caduta nel 2012. A partire da luglio 2024 sarà di nuovo accessibile a tutti, ma con modalità ben diverse rispetto al passato.
Il progetto che parte dal sentiero simbolo
La decisione di riaprire a inizio luglio scorso il primo tratto della Via dell’Amore è una sorta di primo tassello di un progetto che vuole dare una nuova dimensione a questo luogo e a tutto il territorio che gli fa da cornice. Fino al 30 settembre, con un biglietto acquistabile online di 5 euro e comprensivo dell’accesso al Castello di Riomaggiore, sono già percorribili i primi 160 dei circa 900 metri complessivi del percorso. I lavori per il rifacimento e la messa in sicurezza di tutto il sentiero (iniziati a gennaio 2022 e costati 22,5 milioni di euro) dovrebbero terminare entro giugno 2024 e regalare una nuova veste al sentiero scavato nella roccia a inizio ‘900 a servizio della costruzione della ferrovia. Vale a dire, una “strada” che unisce idealmente diversi punti di interesse culturale del territorio. La nuova Via dell’Amore – nelle intenzioni di Fabrizia Pecunia, sindaca di Riomaggiore dal 2016 – dovrà essere un museo a cielo aperto da includere nel circuito delle Cinque Terre Card, che già comprende l’ingresso al Parco Nazionale e ai percorsi naturalistici del Parco Letterario Eugenio Montale. Terminata la sperimentazione, la speranza di tutti è che la Via dell’Amore possa reggere l’urto dei visitatori (nel 2011 si è toccato il picco di 870mila) che arriveranno a solcare la nuova pavimentazione e le nuove gallerie con vista mare. Per avere questo privilegio occorrerà mettersi davanti allo schermo del pc o dello smartphone per prenotare la visita guidata a una determinata fascia oraria e con un numero contingentato di persone. Il costo definitivo del biglietto non è ancora stato fissato e c’è l’idea di concedere a chi acquista questa “esperienza consapevole” il libero accesso al sentiero dalle 18.00 in avanti, per tutta la durata del soggiorno in una struttura delle Cinque Terre.
Verso un turismo a numero giusto
L’obiettivo di fondo del progetto è lodevole: fare di questa destinazione una meta per tutti ma in momenti diversi, per vivere le bellezze del Parco Nazionale e dell’area della Marina Protetta senza pregiudicarne la conservazione. Si ha a che fare con un territorio fragile, vulnerabile ai fenomeni atmosferici e agli effetti dannosi del turismo frenetico – ricorda la sindaca al Sole24ore – e riaprire la Via dell’Amore alle stesse condizioni della pre-chiusura sarebbe inverosimile, perché significherebbe rischiarne il deterioramento a discapito delle opportunità che si possono cogliere sviluppando una proposta di esperienze outdoor complete”. Si parla di “numero giusto” per il turismo alle Cinque Terre e lo strumento raggiungerlo è una governance dei flussi che non può prescindere da un sistema di booking in grado di distribuire le presenze fra i diversi luoghi di interesse e nell’intero arco dell’anno. In poche parole meno turismo dei selfie e più turismo di approfondimento e conoscenza.
Alla scoperta dell’entroterra nella magia dei terrazzamenti
Staccandosi dal mare, le Cinque Terre offrono anche un altro panorama, non meno suggestivo. Ed è quello dei terrazzamenti ricavati dall’uomo scavando la terra per piantare le viti: fino ai primi anni ’70 erano coltivati a uve circa mille ettari di territorio, ora sono meno di 100 e nel progetto di museo a cielo aperto anche la conservazione del paesaggio dei muri a secco secolari ha uno spazio di rilievo. Per immergersi in questo ambiente naturale che profuma ancora di selvaggio basta imboccare uno dei tanti sentieri che partono dai borghi e salgono ripidi sui vari versanti della montagna. Il tratto fra Manarola e Corniglia sul Sentiero Azzurro (la via di 12 km che corre a ridosso del mare fra Riomaggiore a Monterosso) non è al momento accessibile ma c’è un piano che dovrebbe riaprilo a residenti e turisti nell’arco dei prossimi anni. Una valida alternativa è il sentiero della Beccara, che sale a gradoni da Riomaggiore sulla sommità del monte che sovrasta la Via dell’Amore e porta a Manarola nel cuore di una fitta vegetazione cosparsa qua e là da ulivi e vitigni. Altrettanto panoramico e impegnativo è anche il sentiero della Donega, che sale lungo il crinale che domina il cosiddetto “anfiteatro” di terrazzamenti per raggiungere Volastra, il primo borgo delle Cinque Terre non sul mare insediato dell’uomo. E poi, sempre partendo a piedi dal centro di Manarola, si può fare trekking in Val di Vara alla scoperta delle aziende agricole biologiche e della tradizione gastronomica del territorio.
Fonte: Il Sole 24 Ore