Le città italiane guardano al bike delivery per rivoluzionare le consegne urbane

Le città italiane guardano al bike delivery per rivoluzionare le consegne urbane

Una città come Aosta sta cercando di capire come poter rivoluzionare la logistica urbana con lo sviluppo di una mobilità integrata dell’ultimo miglio centrata sul delivery a due ruote. Nel periodo natalizio in diversi centri urbani cargo bike dalle diverse forme, elettriche o tradizionali, si districavano nelle code di auto e furgoni che bloccavano le arterie urbane, con aziende e privati che sempre più si affidano alle due ruote per pacchi e pacchetti da consegnare. Sono tanti i Comuni italiani che si stanno interrogando su come poter rispondere a quella che ormai è diventata un’emergenza quotidiana: una logistica delle merci che al tradizionale sistema di distribuzione a negozi e supermercati vede aggiungersi una quota crescente di veicoli destinati alle consegne da vendite online che aggiungono traffico ed emissioni a sistemi già spesso ai limiti.

Questa rivoluzione guarda in misura crescente alle consegne in bicicletta come fulcro dell’ultimo miglio in chiave di sostenibilità ed efficienza, ma deve fare i conti con una carenza di cultura e di formazione per ridisegnare la mobilità legata alle consegne. Con l’obiettivo di unire l’esperienza nell’innovazione tecnologica alla competenza nel campo della formazione, insieme al know-how maturato grazie alle attività̀ imprenditoriali sul territorio per accompagnare i Comuni in questa transizione è sorto il Polo di sviluppo della ciclologistica, frutto della sinergia tra Bosch eBike Systems, So.De. Social Delivery, società attiva nelle consegne in chiave inclusiva, e Trt, società di consulenza per la mobilità urbana.

Forte dell’esperienza dei tre partner, il polo punta a sensibilizzare i consumatori sul fenomeno, ma soprattutto si candida ad affiancare pubbliche amministrazioni ed enti privati nella valutazione delle sfide e delle opportunità legate alle consegne a due ruote. “C’è un grande interesse per la ciclologistica: noi puntiamo a supportare le amministrazioni a orientarsi nelle modalità dal punto di vista dell’imprenditorialità, delle tecnologie e della formazione. Oggi le città non hanno infrastrutture, pensare al bike delivery significa educare a come si occupa lo spazio con questi mezzi alternativi anche laddove non ci sono le ciclabili”, sottolinea Federica Cudini, marketing communications manager di Bosch eBike Systems.

Se l’adozione del sistema di consegna in bicicletta nelle città garantisce un contributo di sostenibilità in termini di riduzione del traffico e delle emissioni, per i privati ci sono evidenti ricadute economiche: il tempo di consegna si riduce di quasi un terzo rispetto alla consegna con un furgone, mentre i costi sono tagliati del 40%. Senza tenere conto un virtuale azzeramento delle emissioni: -92%. “L’obiettivo comune – conclude Cudini – è aumentare la diffusione della ciclologistica come strumento di sostenibilità per le aree urbane con il supporto alle amministrazioni, la culture e la formazione”. Il Polo punta a coinvolgere una cinquantina di Comuni entro il 2025, mirando a convincere un terzo dei Comuni italiani a integrare la bicicletta all’interno della logistica urbana nell’arco di cinque anni.

Fonte: Il Sole 24 Ore