Le concessioni per i porti turistici escluse dalla direttiva Bolkestein

Le strutture portuali della nautica, avendo una propria specificità, non rientrano nella direttiva Bolkestein (2014/23) sull’aggiudicazione dei contratti concessori. È quanto sancisce il decreto Infrazioni (131/2024) che il Senato ha appena convertito in legge, modificando la 118/2022. Dunque, con soddisfazione degli operatori del comparto, le concessioni della portualità turistica sono fuori dalle regole che riguardano le spiagge.

Il Senato, per quanto riguarda decreto in questione, ha confermato il testo già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento, tra le altre misure, interviene sul regime delle concessioni demaniali marittime, modificando la Legge 5 agosto 2022, numero 118, varata dal Governo Draghi, e accogliendo le richieste di Confindustria nautica che. sottolinea una nota, «ha seguito tutta la fase preparatoria del testo e i successivi lavori parlamentari».

Le strutture della nautica differenti dalle spiagge

Il nuovo testo prevede, in ossequio alla direttiva Bolkestein e alle sentenze della Corte di giustizia Ue, nonché della giustizia amministrativa nazionale, la specificità delle strutture della nautica, sul presupposto che l’utilizzazione dei beni portuali non rientra nell’ambito di applicazione della 2014/23 sulle concessioni, poiché «non dovrebbero configurarsi come concessioni di servizi» (secondo la sentenza della Corte di giustizia Ue del 14 luglio 2016) e sono rilasciate con una procedura di evidenza pubblica, in base al dpr 509/1997.

L’articolo 3 della Legge 118/2022, come modificato, prevede che le concessioni «per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti d’ormeggio» (che il governo Draghi aveva accomunato alle concessioni balneari), vengono espunte dalle previsioni della medesima legge. Parimenti sono escluse le concessioni delle federazioni sportive e delle associazioni e società sportive dilettantistiche.

«Risultato positivo, frutto di lungo lavoro»

«Si conclude positivamente – afferma il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi – il lungo ma ininterrotto, lavoro portato avanti nell’ultimo biennio dall’associazione, a tutela della portualità turistica». Le posizioni della Commissione Ue e quelle del Consiglio di Stato, «che ha visto Confindustria nautica ricorrere in Cassazione, aggiunge il direttore generale, Marina Stella – rendevano ogni prospettiva incerta, con grave pregiudizio per gli investimenti necessari al nostro sistema infrastrutturale. Ma con determinazione l’associazione ha messo a disposizione tutta la sua articolata struttura» per affrontare la questione, che si è risolta con soddisfazione degli operatori.

Fonte: Il Sole 24 Ore