Le “parole in libertà” dei Futuristi in mostra alla Estorick

Le “parole in libertà” dei Futuristi in mostra alla Estorick

I quadri dei pittori futuristi sono così noti e riconoscibili, hanno un tale senso di movimento e una tale forza espressiva che è facile dimenticare che Filippo Tommaso Marinetti, guida del movimento futurista da lui fondato nel 1909, era un poeta.

Ora una mostra alla Estorick Gallery di Londra, “Breaking Lines: il Futurismo e le origini della poesia sperimentale”, punta i riflettori sull’importanza delle parole e non solo delle immagini per il movimento.

Tutti gli artisti di diverse discipline – pittori, scultori, illustratori, scrittori, musicisti e poeti – che hanno aderito al movimento condividevano la stessa determinazione a innovare, trovando un nuovo linguaggio artistico che potesse rispecchiare meglio il dinamismo del mondo in rapida trasformazione e industrializzazione all’inizio del nuovo secolo.

Le opere di scrittori e poeti nelle sale della Estorick dimostrano la loro volontà di sperimentare e sembrano ancora vive e moderne. L’obiettivo era “raddoppiare la forza espressiva delle parole” enfatizzando e sottolineando le diverse dimensioni visive e musicali del linguaggio. Le parole si muovono, ballano e sembrano cantare, hanno una carica vitale che le fa balzare fuori dalla pagina.

Sono “parole in libertà”, per dirla con Marinetti, che puntava a niente di meno che “una rivoluzione tipografica”, utilizzando caratteri diversi e un posizionamento del testo per renderlo il più espressivo possibile. Frammentare il testo, smembrare grammatica e sintassi, ignorare la metrica classica, le rime e la punteggiatura per creare un linguaggio nuovo e immediatamente percepibile con gli occhi, con il cuore e con l’istinto.

Fonte: Il Sole 24 Ore