Le ragazze irresistibili: la rivoluzione femminile nello sport italiano

Le ragazze irresistibili: la rivoluzione femminile nello sport italiano

Un lungo cammino

Ci sono voluti svariati decenni per invertire la rotta, se è vero che anche il barone de Coubertin, l’inventore dei moderni Giochi Olimpici, era fieramente avverso alla partecipazione delle donne alle competizioni sportive. Ma il coraggio, il sogno e la tenacia di alcune “ragazze irresistibili” ha fatto da apripista e spalancato una porta a tante altre giovani sognatrici appassionate, desiderose di mettersi alla prova nello sport come nella vita, senza bisogno di chiedere permessi o autorizzazioni a chicchessia, senza dover per forza essere giudicate come delle perditempo o “maschiacci” da rieducare.

Una carrellata di queste bellissime figure di atlete e di donne esce ora dalla penna di Dario Ceccarelli per le edizioni Minerva di Bologna: 17 ritratti d’autore più un ultimo capitolo dedicato appunto alle ragazze della spedizione italiana a Parigi 2024, quella festa sportiva femminile cominciata con l’oro della scherma a squadre e culminata, come si è detto, con la vittoria della nazionale di volley di Anna Danesi, Paola Egonu e Myriam Sylla, per fare solo qualche nome.

Il primo ritratto è doverosamente dedicato ad Alfonsina Strada, figura quasi mitologica e unica ciclista donna a partecipare a un Giro d’Italia maschile, ma passando da Ondina Valla a Lea Pericoli, da Novella Calligaris a Paola Pigni si arriva alle campionesse dello sci di oggi – Federica Brignone e Sofia Goggia – con la sensazione di aver attraversato un secolo di sport italiano legato da un filo rosso (o meglio, rosa) fatto di passione, di testardaggine, di coraggio, di sentimento che non può non suscitare ammirazione. Nella galleria di Ceccarelli, ricca di storie che hanno a volte dell’incredibile, c’è un posto pienamente meritato anche per Bebe Vio Grandis, campionessa della scherma e forse l’atleta paralimpica più conosciuta al mondo. Qui il riconoscimento è doppio, in un qualche modo, e indica – nel libro è un altro filo rosso chiarissimo – che anche lo sport paralimpico ha ottenuto ormai piena cittadinanza e risonanza a tutti i livelli, superando vecchi stereotipi e rappresentazioni datate. Il successo, anche di pubblico, delle Paralimpiadi lo testimonia ampiamente.

Tutto bene, quindi? E vissero felici e contente?

Non ancora… Da più parti si sottolinea come il potere nello sport e i suoi organi di governo siano ancora in mano esclusivamente agli uomini. Così come i coach sono ancora in prevalenza maschi. Un altro pezzo di strada da fare, quindi per una piena e definitiva parità. Ma la passione, l’entusiasmo e la gioia che provengono dallo sport sono un dono ormai per tutti e (soprattutto) tutte. E per questo, in parte significativa, possiamo ringraziare davvero le “ragazze irresistibili”.

Fonte: Il Sole 24 Ore