Le reazioni internazionali al mandato della Cpi contro Netanyahu

Le reazioni internazionali al mandato della Cpi contro Netanyahu

La decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant ha scatenato un’ondata di reazioni a livello globale. L’accusa, legata a crimini di guerra e contro l’umanità durante il conflitto di Gaz, ha polarizzato l’opinione pubblica internazionale, generando condanne, sostegni e prese di posizione diplomatiche.

Israele: compattezza contro il mandato

Israele ha respinto con fermezza la decisione della Corte. Netanyahu ha definito le accuse “assurde e false”, accusando l’organismo di essere politicizzato e antisemita. Il presidente Isaac Herzog ha parlato di un “giorno buio per la giustizia”, mentre il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha proposto di rispondere estendendo la sovranità israeliana sulla Cisgiordania. L’opinione pubblica e la politica israeliana si sono schierate compatte nel rigettare la sentenza, considerata un attacco alla sovranità del Paese.

Palestina: giustizia per le vittime

I rappresentanti palestinesi hanno accolto con favore il mandato, considerandolo un primo passo verso la responsabilità internazionale. Husam Zomlot, ambasciatore palestinese nel Regno Unito, ha descritto la decisione come una vittoria per l’ordine internazionale e le organizzazioni per i diritti umani palestinesi hanno definito il mandato “una luce di speranza per le vittime di Gaza”.

Stati Uniti: un muro di sostegno a Israele

Gli Stati Uniti si sono opposti fermamente al mandato. Il presidente Joe Biden ha definito la decisione “scandalosa” e ha riaffermato il supporto incondizionato a Israele, dichiarando: “Non c’è equivalenza tra Israele e Hamas”. Anche il senatore Lindsey Graham, vicino a Donald Trump, ha chiesto nuove sanzioni contro la Cpi.

La futura amministrazione Trump, secondo fonti di Washington, starebbe valutando di imporre sanzioni contro la Corte, in particolare contro il procuratore capo Karim Khan. Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha promesso una risposta forte contro quello che ha definito “il pregiudizio antisemita della Cpi”.

Fonte: Il Sole 24 Ore