Le rosse trame di Shiota al nuovo Grand Palais
Le metamorfosi del Grand Palais (di cui fa parte anche il Palais de la Découverte) è quasi completata, dopo quasi quattro anni di imponenti lavori che hanno rivestito uno tra i più iconici monumenti e contenitori d’arte e cultura francesi, a cominciare dalle maestose cupole in ferro e vetro e dall’iconica Nef, la grande navata centrale incoronata dalla scala d’onore art nouveau. Per i parigini, è qualcosa di più di un padiglione espositivo e qualcosa di diverso da un Museo. È la grande piazza culturale della Capitale. Qui dentro si pattina d’inverno con la più grande patinoire al mondo, si assiste a match di pugilato e a corse di cavalli, si partecipa alle principali fiere nazionali ed internazionali.
Le trame di Shiota
La prima exhibition del nuovo Grand Palais, comprodotta dal Mori Art Museum de Tokyo, è dedicata all’artista giapponese, residente a Berlino, Chiharu Shiota . Shiota è un’artista vivente (classe 1972) e ben cosciente di quali siano ruolo e missione dell’artista; realizza opere che sono installazioni matericamente impalpabili e immersive, nella società dell’immersione digitale. Al Grand Palais troveranno posto, tra i 1.200 metri di questo viaggio monografico, sette opere à grande échelle. Shiota non è propriamente un’artivista, o meglio la sua militanza è primariamente estetica ed esistenziale (due i concetti, o meglio i temi centrali di queste opere: vita e morte).
Fonte: Il Sole 24 Ore