Le Soste di Ulisse cambia nome e diventa La Sicilia di Ulisse

Le Soste di Ulisse cambia nome e diventa La Sicilia di Ulisse

Non solo cultura del cibo e dell’ospitalità. Non solo spirito mediterraneo. Non solo formazione ad alto livello. E nemmeno solo celebrazione delle secolari tradizioni locali. La Sicilia di Ulisse – nuovo nome di quella che per più di vent’anni è stata Le Soste di Ulisse – vuole essere un collettore (e connettore) delle eccellenze siciliane, dal cibo al vino, dall’ospitalità alla cultura.

Fondata nel 2002 da un gruppo di chef lungimiranti, guidati da Pino Cuttaia, l’associazione riunisce le realtà produttive più esemplari di quello che è stato definito il Rinascimento siciliano. Oggi conta 52 soci, di cui 36 tra ristoranti e pasticcerie storiche, 16 hotel di charme, e 21 cantine. Un presidio produttivo con un totale di 1.400 addetti e un fatturato generato stimato di 140 milioni di euro.

La scelta di cambiare nome – spiega l’associazione – deriva dalla «volontà di rafforzare ulteriormente il legame di appartenenza con l’isola e con il suo ricco patrimonio storico, culturale e gastronomico, celebrando al contempo la narrazione epica legata al viaggio dell’eroe omerico». Ma non solo, spiega il nuovo presidente Tony Lo Coco, chef-patron del ristorante I Pupi di Bagheria. «È fondamentale per noi associati fare squadra, unendo le forze delle realtà locali per offrire ai viaggiatori un’esperienza unica, autentica e radicata nelle tradizioni della nostra isola».

Insomma l’idea è quella di offrire un “Grand Tour” tra sapori, bellezze naturali e tradizioni locali. Utilizzando tutti i mezzi più adatti per una relazione diretta ed efficace con i viaggiatori-ospiti, prima tra tutte una app dove poter vagliare itinerari e prenotare visite e incontri. La Sicilia di Ulisse – sottolinea Lo Coco – vuole parlare soprattutto ai turisti stranieri, trasmettere all’estero una visione dell’isola meno stereotipata e più aderente alle diverse identità del territorio, e sostenere le piccole realtà locali, valorizzando le eccellenze e incentivando un turismo consapevole made in Sicily. Lo scopo finale è anche quello di allungare la stagione: «Nelle sue differenti anime la Sicilia – afferma il presidente – può e deve essere una destinazione per tutto l’anno».

Il nuovo direttivo dell’associazione, insediatosi nell’aprile scorso, lavora a una serie di progetti. A Palermo è stata avviata una collaborazione con la scuola del Gambero Rosso, con l’apertura di un corso di formazione gastronomica dedicato alle nuove leve che allarga lo sguardo oltre i limiti isolani per abbracciare l’intera cucina mediterranea.

Fonte: Il Sole 24 Ore