Le tecnologie immersive possono dare un punto di Pil all’Italia in 5 anni: lo studio del Politecnico di Milano
Tra gli elementi che possono favorire l’adozione sono citate «la semplicità d’utilizzo, la dimensione di intrattenimento, la possibilità di collaborazione in ambito lavorativo, la capacità di superare limiti geografici e una maggiore percezione di presenza sociale».
Lo sviluppo delle tecnologie immersive, inoltre, «pone le basi per la crescita dell’economia italiana attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della domanda di competenze digitali sostenute dallo sviluppo di programmi di formazione».
Quello delle competenze digitale è un ambito in cui il nostro Paese non brilla: l’Italia è 25esima su 27 Stati membri. Solo il 46% della popolazione italiana mostra di avere almeno competenze digitali di base, rispetto a una media UE del 54%.
Le applicazioni business sono più avanti
Sul fronte business, invece, le imprese stanno già implementando soluzioni di realtà virtuale e realtà aumentata, specialmente nei comparti della moda, dei media e dell’intrattenimento che rappresentano oltre la metà delle iniziative nel metaverso. I brand stanno, infatti, investendo in queste tecnologie per attività di marketing, presentazione prodotti e nuovi canali di distribuzione, «con l’obiettivo di riposizionarsi e di trovare nuove forme di ingaggio».
Tuttavia, l’utilizzo di queste tecnologie nel business to consumer è più basso rispetto all’ambito business to business, in cui IT & Tech, Telco, Healthcare, Automotive ed Energy sono stati identificati come i settori più attivi. In questi ambiti il metaverso è utilizzato per una serie di applicazioni, tra cui l’ottimizzazione dei processi, la formazione e lo sviluppo di prodotti. Ad esempio, nel settore Healthcare, emergono alcune applicazioni di tecnologie immersive per supportare lo svolgimento di operazioni chirurgiche, oltre alla formazione del personale medico.
Fonte: Il Sole 24 Ore