Leapmotor: modelli, strategie e obiettivi di una start up con Stellantis alle spalle

La strategia è commerciale e industriale, infatti il ceo non nasconde che, con l’ingresso in Stellantis ,vuole far leva su tutti gli stabilimenti del gruppo sparsi in tutto il mondo e avviare una espansione in Sud America, Asia Pacifico ed Emea. Il piano prodotto prevede il lancio di un modello all’anno e tra due settimane, al salone di Parigi, sarà svelato il terzo modello per l’Europa: B10, un suv di taglia media piccola che si infila nel combattuto segmento B/C. E non ci sono solo le elettriche: ma anche ibride Erev (Extended range electric vehicle) importanti in questa fase di discussione sulla neutralità tecnologica.

Leapmotor, continua a spiegare il ceo, porta in dote a Stellantis anche altre tecnologie come l’architettura Cell-to-Chassis per batterie (una soluzione stile Tesla), l’approccio progettuale basato sul paradigma del software design vehicle e, ricorda Xin Tianshu, la decisione di sviluppare internamente le tecnologie base. Infatti, oltre il 60% dei componenti chiave delle Leapmotor sono sviluppati in house.

Tutte rose? Non, proprio. Abbiamo guidato la T03 e la C10 e la conclusione è che sono prodotti interessanti ma necessitano di miglioramenti. La piccola, nata nel 2020, lunga poco più di 3,6 metri, offre un’autonomia di 265 km (dato dichiarato non lontano da quanto riscontrato nel test drive) grazie a una batteria da 37,3 kWh e un motore da 95 kW che spinge bene ed è svelto. Tanto spazio a bordo e attenzione per la praticità. lo stile non fa gridare la miracolo ma è simpatico con qualche richiamo alla prima serie della Kia Picanto, mentre l’handling non convince del tutto e lo sterzo non è certo un benchmark ma con i driving mode si migliora la situazione (resta un’auto da città). Discutibile invece l’ergonomia del sistema di infotainment, privo di Android Auto e Carplay, e con un’interfaccia utente da rivedere anche sulle funzioni del climatizzatore.

La C10 (da 36.400 euro) è un altro mondo: un grosso suv, segmento d, lungo oltre 4,7 metri a ioni di litio, pensato per le famiglie con un design pulito, ma che non suscita particolari emozioni. Si apprezza per lo spazio a bordo e il layout degli interni che seguono il filone già visto su Tesla (tutti i comandi sono touch (ed è un male) e su una miriade di vetture cinesi ben fatte ma dall’originalità prossima a zero. L’ergonomia è da migliorabile: troppo “teslari” quelli al volante, l pari della card per aperture porte possibile anche con smartphone. Android Auto e Carplay non ci sono ma arriveranno (dicono). Giudizio negativo per la ricarica massima in DC a 84 kW ma a casa sostiene che sarà aggiornata. Ok l’autonomia di 420 km Wltp, ottenuti con una batteria da 69,9 kW. Al volante: lo sterzo non è troppo preciso ma va bene per il tipo di auto e in genere sul fronte dell’handling si nota il buon lavoro svolto a Balocco dai tecnici di Stellantis per europeizzare il comportamento.

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Fonte: Il Sole 24 Ore