L’economista Kurz: «La vittoria di Trump sarebbe disastrosa per le disuguaglianze negli Stati Uniti»

Le innovazioni tecnologiche sono motori di crescita e progresso, ma creano anche posizioni di potere di mercato che possono amplificare le disuguaglianze economiche e minare la stabilità democratica. È questo il punto centrale del nuovo libro dell’economista statunitense Mordecai Kurz, “The Market Power of Technology: Understanding the Second Gilded Age”.

Professore emerito di Economia alla Stanford University e autore di prestigiosi saggi accademici, Kurz ha presentato la sua tesi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nella nona annual lecture del Complexity Lab in Economics (CLE), il centro di ricerca dell’università che esplora le applicazioni della scienza della complessità nei modelli economici.

In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, Kurz ha spiegato come il potere di mercato generato dalle innovazioni tecnologiche abbia portato a un sistema economico sempre più dominato da élite imprenditoriali e da una crescente disparità nella distribuzione della ricchezza.

Lei sostiene che dagli anni ’80 gli Stati Uniti abbiano raggiunto livelli di disuguaglianza economica che non si vedevano dai tempi dell’età dell’oro. Perché? Cosa è successo?

La base della mia teoria è che il capitalismo ha la tendenza ad utilizzare la tecnologia come mezzo per fare profitti. E quando si costruisce sempre più tecnologia, aumentano i profitti. In una politica di libero mercato, si può fare tutto ciò che si vuole, si può acquisire qualsiasi azienda si voglia, si può innovare, si possono acquisire i concorrenti, ostacolare le innovazioni degli altri, costruire informazioni che qualcun altro non ha. Così si sviluppano strategie che permettono di rafforzarsi sempre più. Nel corso del tempo, queste aziende diventano sempre più grandi e più forti e, man mano che si rafforzano, generano più profitti. E questo è ciò che è successo dal 1980, quando gli Stati Uniti hanno adottato la politica del libero mercato. Questa era già in vigore nel XIX secolo, durante la prima età dell’oro. E la conseguenza nella seconda età dell’oro, che è oggi, è esattamente la stessa come era alla fine del XIX secolo: una disuguaglianza, perché quando le aziende fanno sempre più profitti, di solito significa che stanno sopprimendo i salari e che i pensionati stanno ricevendo un rendimento inferiore sul loro capitale. Di conseguenza, crescono le disuguaglianze e le tensioni sociali. E alla fine la democrazia stessa comincia a sgretolarsi.

Fonte: Il Sole 24 Ore