Lega, limiti ai pareri delle Soprintendenze. Stop del ministero della Cultura
Lavori su immobili posti in aree vincolate, interventi su facciate, apertura di strade e posa di impianti, oltre che realizzazione di cartelloni pubblicitari in prossimità di beni paesaggistici. Tutti casi nei quali il parere delle Soprintendenze potrebbe non essere più vincolante. È questa la sostanza di una proposta voluta dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini e inserita, a firma del deputato Gianangelo Bof della Lega, nel fascicolo degli emendamenti della legge di conversione del decreto Cultura (Dl 201/2024).
Obiettivo semplificazione
Si tratta – va detto – per ora solo di una proposta che punta a «più semplificazione», come spiega una nota della Lega. L’obiettivo è, infatti, «liberare gli uffici dalle pratiche che non riguardano i grandi monumenti o le rilevanti opere storiche, affidando ai Comuni l’ultima parola su tutte le altre decisioni urbanistiche e paesaggistiche perché il parere delle Soprintendenze non sarà più vincolante». Dal ministero della Cultura, comunque, è arrivato già parere negativo all’ipotesi di modifica. Le chance che l’emendamento arrivi in fondo e venga approvato, insomma, non sembrano elevate.
Effetti e conseguenze
I suoi effetti, comunque, sarebbero dirompenti e andrebbero nella stessa direzione che il ministero delle Infrastrutture ha percorso con il Salva casa. Perché, di fatto, con una correzione di diversi passaggi del Codice dei beni culturali, – spiega la relazione che illustra l’emendamento – «si rende obbligatorio ma non vincolante il parere della soprintendenza per una serie di interventi, lasciando decidere l’amministrazione competente del procedimento amministrativo».
I casi sui quali si interverrebbe sono molto significativi. Verrebbe, ad esempio, depotenziato il parere del soprintendente in relazione a interventi su immobili posti in aree vincolate. Stesso discorso per quello che riguarda l’apertura di strade e di cave, la posa di condotte per impianti industriali e civili e le palificazioni in aree sottoposte a tutela, come i centri storici e le zone panoramiche.
Ancora, le semplificazioni riguarderebbero la posa di cartelli o altri mezzi pubblicitari in prossimità di beni paesaggistici. Oltre alla tinteggiatura di facciate dei fabbricati poste nelle zone vincolate. Tutte situazioni nelle quali sarebbe obbligatorio chiedere il parere, ma non ci sarebbero più vincoli nel rispettarlo.
Fonte: Il Sole 24 Ore