Legambiente svela il vero volume del traffico illecito di opere

A trent’anni dal primo Rapporto Ecomafia, è stato presentato lo scorso 11 luglio 2024, il rapporto di Legambiente per il 2024. Si tratta di una ricognizione dei «numeri della criminalità ambientale in Italia» relativi al 2023; a elaborare questi dati è stato l’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente. Tra le voci considerate dal rapporto, in linea con il complessivo aumento dell’illegalità ambientale, si segnala la crescita delle aggressioni al patrimonio culturale, artistico e archeologico del nostro Paese.

L’aggressione al patrimonio

Per l’Osservatorio di Legambiente, nel 2023, i furti di opere d’arte sono stati 642, pari al +58,9% rispetto al 2022. Questo risultato arriva dalla somma dei dati forniti non solo dal Comando Tutela patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri (Tpc), ma anche dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia di Stato, dalle Capitanerie di Porto, nonché dai Corpi Forestali regionali di Sicilia e Valle d’Aosta e dai Corpi Forestali provinciali di Trento e Bolzano. Si tratta di un’informazione in controtendenza rispetto ai soli furti segnalati dai Carabinieri Tpc nel rapporto relativo al 2023 dove si registrava un calo dei furti rispetto al 2022 (da 333 a 267).

La panoramica offerta dall’Osservatorio permette di apprezzare meglio il fenomeno del traffico illecito di opere d’arte e di altre condotte illecite a danno del patrimonio artistico del paese. Un dato allarmante arriva dall’elenco delle regioni con il maggior numero di furti. Prima è la Sardegna con il 19,6% del totale nazionale, seguita da Sicilia, Lazio, Campania e Puglia. Secondo le stime parziali dei Tpc al primo posto della classifica era la regione Lazio seguita da Lombardia e Emilia Romagna. I dati dell’Osservatorio di Legambiente confermano come l’incremento dei furti di opere d’arte, passati dal 13,4% del 2022 al 36% del 2023, avviene in tre delle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (in tabella). Questo dato è particolarmente significativo e lascia intendere che il legame tra associazioni a stampo mafioso e il traffico di antichità non sia un fenomeno così obsoleto come spesso appare.

Si segnala anche l’aumento delle denunce che arrivano a 1.428 (+12,4%, contro le 981 registrate dai Tpc), dei sequestri nel 2023 pari a 359 (+184,9% rispetto al 2022) e degli arresti, arrivati a 24, contro i 13 del 2022 e gli appena 4 del 2021. Secondo il rapporto annuale dei Carabinieri Tpc, nel 2023, gli arresti sarebbero stati 2 in flagranza di reato e 20 su disposizione dell’autorità giudiziaria.

I reati e i beni trafugati

Analizzando la tipologia dei reati commessi, elaborata dal Comando Tutela patrimonio culturale, al primo posto figura la ricettazione (492), seguita dagli illeciti penali contro il paesaggio (240) e dagli scavi clandestini (130).

Fonte: Il Sole 24 Ore