Legge di Bilancio 2025, annus horribilis per la cultura italiana
Tutela dei beni culturali
La Manovra autorizza l’aumento di spesa di 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 per sostenere la realizzazione di una campagna di scavi nei parchi archeologici nazionali per la sicurezza, la conservazione e la tutela di aree di interesse. Si è messa mano anche all’art 65 bis del DL 25 maggio 2021 n. 73 prevedendo un’estensione della dotazione del Fondo per il restauro e gli altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico di un milione di euro per il triennio 2025-2027. Per le persone fisiche che detengono immobili di interesse culturale, il credito d’imposta riconosciuto, per tali interventi, viene aumentato in misura pari al 50%, per le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro delle cose vincolate del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al DPR n. 917 del 1986. Per gli interventi di restauro e consolidamento del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009 per cui è istituito un fondo dal valore di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027.
La Legge di Bilancio autorizza la spesa di 600 mila euro per l’anno 2025 e di 3,2 milioni euro per l’anno 2026 per interventi urgenti di messa in sicurezza e riqualificazione di strade, immobili o edifici pubblici, anche di interesse storico-religioso, compresi nei comuni della Vallata del Gallico in provincia di Reggio Calabria.
Celebrazioni e Capitale della Cultura
È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un fondo con una dotazione di 0,7 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 per la promozione e lo svolgimento di iniziative per la celebrazione del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione, della Repubblica e del voto delle donne e della Costituzione, nonché la celebrazione della figura di Giacomo Matteotti nella ricorrenza dei cento anni dalla sua morte per cui si istituisce, tra l’altro, il «Fondo per la Casa Museo Matteotti nella provincia di Rovigo», con una dotazione di 300 mila euro annui a decorrere dal 2025 (comma 601). Per la promozione del Comune di Agrigento quale Capitale italiana della Cultura 2025, la Manovra autorizza nel 2025 l’utilizzo delle quote di avanzo delle risorse assegnate al Fondo nazionale per il sostegno alla progettazione delle opere pubbliche delle regioni e degli enti locali, con riferimento alle annualità 2002 e 2003.
Cinema e audiovisivo
Sono stati modificati i contenuti della relazione annuale che il Ministero trasmette alle Camere sullo stato di attuazione degli interventi pubblici di sostegno al settore cinema e audiovisivo, inserendovi riferimenti all’esigenza del controllo della spesa ed estendendo l’analisi di impatto e la valutazione in essa contenuta anche agli interventi di sostegno diversi da quelli fiscali. La “tax credit cinema”, come già stato annunciato dal Ministro Giuli ad Atreju, è nel mirino della spending review. La Manovra introduce una serie di modifiche alla legge 14 novembre 2016, n. 220, all’Articolo 12(6) sono cancellati i riferimenti alle “agevolazioni tributarie” che diventano meri incentivi. Il nuovo Art. 14(5-bis) prevede che le risorse stanziate per il finanziamento degli interventi previsti, laddove inutilizzate, possano essere destinate, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e nella misura definita con decreto del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, al rifinanziamento del Fondo per il cinema e l’audiovisivo. Inoltre, in relazione alle opere cinematografiche, l’aliquota del credito d’imposta non è più “ordinariamente prevista nella misura del 40%o” ma è “prevista nella misura massima del 40%”; la soppressione della parola “ordinariamente” e l’introduzione della parola “massima” hanno l’effetto di attribuire al decreto ministeriale attuativo una discrezionalità maggiore, rispetto al testo vigente, nella determinazione della misura esatta dell’aliquota.
Per quanto riguarda le opere audiovisive, si specifica che l’aliquota del credito di imposta che può essere prevista, in via prioritaria, per le opere realizzate per essere distribuite attraverso un’emittente televisiva nazionale e, congiuntamente, in coproduzione internazionale ovvero per le opere audiovisive di produzione internazionale, non è quella del 40%, ma quella “massima del 40%”, chiarendo dunque che, anche in questo caso, resta in capo al decreto ministeriale attuativo la discrezionalità in ordine alla determinazione esatta dell’intensità dell’agevolazione.
Si è intervenuto sulla disciplina del Fondo per il cinema e l’audiovisivo, innalzando dal 15 al 30% la quota massima che può essere destinata ai contributi selettivi e ai contributi alla promozione. È stata soppressa la disciplina del contributo selettivo che il Ministero concedeva alle imprese operanti nel settore dell’esercizio cinematografico e alle imprese cinematografiche e audiovisive, individuate prioritariamente tra quelle di nuova costituzione, tra le start-up e tra quelle che avevano i requisiti delle micro imprese, ai sensi della normativa europea in materia di aiuti di Stato, con particolare riferimento alle piccole sale cinematografiche ubicate nei comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti. È stato reso permanente, con una dotazione (a valere sul Fondo per il cinema e l’audiovisivo) fino a 3 milioni a decorrere dal 2025, il Piano per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo, attribuendo, infine, a un decreto ministeriale la disciplina di dettaglio del Registro pubblico delle opere cinematografiche e audiovisive.
Fonte: Il Sole 24 Ore