
Legge sulla concorrenza in vigore ma scatta subito la proroga per le spiagge
È il giorno X, ma solo a metà, per la legge sulla concorrenza. Trascorsi i 15 giorni della “vacatio legis” dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (avvenuta il 12 agosto sul numero 188) la travagliata legge, riforma chiave del Piano nazionale di ripresa e resilienza, entra oggi in vigore. Tuttavia soltanto una parte delle misure è da oggi già operativa, le altre – a partire da servizi pubblici locali, gare per i balneari e semplificazioni per le imprese – attendono un decreto delegato (7), un decreto ministeriale (6) o un altro tipo di atto (6): in tutto 19 provvedimenti. E sono in particolare i tempi di attuazione dei decreti delegati, Dlgs che devono passare per il Parlamento, a rendere complicato il rispetto della scadenza del 31 dicembre 2022, termine fissato dal Pnrr per l’emanazione di tutti i provvedimenti attuativi della legge.
I ministeri sono già da tempo al lavoro sui Dlgs, siamo praticamente già alle bozze, ma sembra inevitabile che ad esprimersi per il parere (non vincolante) saranno le commissioni del prossimo Parlamento. Con il rischio che su materie così controverse – si pensi alle spiagge – i testi siano praticamente stravolti dalla nuova maggioranza. Gilberto Pichetto, viceministro dello Sviluppo economico che fin dall’inizio ha seguito il dossier della legge, spiega che «le strutture ministeriali stanno predisponendo l’attuazione, poi è possibile che spetterà al prossimo governo ultimare tutto l’iter con eventuali correzioni di indirizzo». il 30 agosto il tema sarà al centro di un incontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, e i capi di gabinetto dei ministeri competenti, mentre da Fratelli d’Italia è già arrivato l’altolà al governo: non approvi il decreto attuativo sulle spiagge.
Le misure da attuare
Partiamo dalle misure che richiedono ancora atti attuativi. In ballo ci sono ben sette deleghe, con i relativi decreti legislativi, sei decreti ministeriali e sei provvedimenti di altro tipo tra linee guida e regolamenti vari. Occorrono decreti legislativi per il sistema informativo con cui mappare tutte le concessioni pubbliche, per le regole delle gare con cui assegnare le nuove concessioni balneari, per redarre il Testo unico sui servizi pubblici locali, per la semplificazione delle attività di impresa, per l’alleggerimento dei controlli sulle aziende, per la riduzione delle autorizzazioni in materia di energia rinnovabile, per la vigilanza del mercato e la conformità dei prodotti. Devono invece passare per dei decreti ministeriali gli articoli sulle concessioni portuali, le gare per la distribuzione del gas, la revisione dell’accreditamento e del convenzionamento delle strutture private nella sanità (due i nuovi decreti introdotti), la riorganizzazione del sistema di produzione dei medicinali emoderivati da plasma italiano (due nuovi decreti).
Serviranno provvedimenti del ministero delle Infrastrutture e dell’Autorità dei trasporti per controllare le attestazioni delle Regioni in merito alle procedure di affidamento del trasporto pubblico locale. Entro novembre, poi, l’Autorità per energia, reti e ambiente (Arera) dovrà definire gli standard tecnici e qualitativi per l’attività di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Un’altra Authority, quella per le comunicazioni, è invece chiamata a stilare le linee guida per facilitare il coordinamento dei lavori di scavo delle reti Tlc. Alla lista dell’attuazione vanno poi aggiunti un provvedimento per integrare con gli impianti di energia rinnovabile il Dpr del 2017 che disciplina le esclusioni dalle autorizzazioni paesaggistiche, le linee guida di Palazzo Chigi sull’abuso di dipendenza economica vigilato dall’Antitrust e un provvedimento generale della stessa Antitrust per introdurre lo strumento della transazione.
Le misure subito operative
In attesa delle gare e del relativo Dlgs, è già in vigore la norma “salva-balneari” in base alla quale continuano ad avere efficacia fino al termine del 2023 gli attuali titoli concessori, salvando gli stabilimenti da possibili sequestri della magistratura per illegittimità delle proroghe. Si può anche slittare al 31 dicembre 2024, in pendenza di un contenzioso o di «difficoltà oggettive» all’espletamento delle gare.
Fonte: Il Sole 24 Ore