Legno, dopo la battuta d’arresto nel 2025 mercato pronto a ripartire
l 2024 ha segnato una battuta d’arresto anche per la produzione e il commercio del legname in Italia e, in generale, in tutto il mondo. Una frenata attesa, visto il calo della domanda da parte sia dell’edilizia, sia dell’industria dell’arredamento, dopo due anni di forte crescita, rallentata anche dall’impennata dei tassi di interesse nei Paesi economicamente più maturi, che ha congelato gli investimenti immobiliari.
Eppure, le previsioni per la fine dell’anno sembrano essere meno drammatiche di quanto non fossero all’inizio del 2024: a livello globale, l’industria del legno di conifere si attende un calo del 12% circa nella produzione di legno tenero rispetto al 2021 (l’anno del picco massimo), ma già dal 2025 potrebbe esserci una ripresa del 2-3%. I dati sono emersi durante la 72esima Conferenza internazionale del legno tenero, che si è tenuta a Taormina nelle scorse settimane, dove i protagonisti del settore di diversi Paesi hanno messo in evidenza la probabile fine del ciclo negativo in seguito alla discesa dei tassi di interesse, che potrebbe innescare una ripresa del settore costruzioni, all’interno del quale l’edilizia gioca un ruolo di crescente importanza.
Le previsioni per l’Italia
Per quanto riguarda l’Italia, l’ultimo Monitor realizzato dal centro studi di FederlegnoArredo rilevava, lo scorso luglio, un calo del 13,4% nelle vendite da parte delle aziende del commercio di legname, con previsioni di un ulteriore calo nella seconda parte dell’anno, che porterebbe a -17,7% il fatturato complessivo del 2024.
«Quest’anno c’è stata una diminuzione importante dell’edilizia, ma ci attendiamo una ripresa e quindi un miglioramento anche delle quote di mercato delle costruzioni in legno, soprattutto se verranno presi realmente in considerazione anche in questo ambito gli obiettivi di circolarità e sostenibilità richiesti dalle norme Ue», osserva Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno, l’associazione interna a FederlegnoArredo che rappresenta i commercianti di legname. «In Italia abbiamo un ritardo importante su questo fronte, rispetto ad altri Paesi europei, quindi ci sono importanti potenzialità di sviluppo».
Prezzi in drastico calo
Il calo della produzione, essendo legato a una riduzione della domanda, non ha tuttavia portato a un aumento dei prezzi di segati di conifere (quelli destinati alle costruzioni), che anzi sono crollati drasticamente, a livello globale, riducendo i margini dei proprietari forestali e delle segherie, soprattutto in Europa (dato che l’Italia è un Paese prevalentemente importatore e trasformatore di legname, più che produttore), che sono ora in sofferenza.
Fonte: Il Sole 24 Ore