L’enoturismo cresce, i visitatori spendono di più e cercano altre attività connesse
Cresce e si qualifica l’offerta enoturistica italiana. Aumenta il numero di cantine che si aprono ai visitatori, aumenta il fatturato complessivo del settore e cresce il prezzo medio delle visite. E vengono finalmente scalfiti alcuni punti deboli dell’offerta segnalati più volte in passato: si modificano e diversificano le proposte (prima ancorate in stragrande maggioranza alla sola degustazione di vini) e cresce in maniera significativa il numero di cantine disposte a ricevere i wine lovers nel weekend. È quanto emerge dal Report 2024 di Divinea realizzato su un campione di circa 300 imprese rappresentative dell’offerta enoturistica italiana e che sarà presentato nei prossimi giorni.
Divinea si occupa dello sviluppo di prodotti e servizi digitali e, con il supporto di alcuni dei principali gruppi vinicoli italiani, sta accompagnando il processo di digitalizzazione del settore del vino italiano con particolare attenzione all’enoturismo e alle vendite dirette. Uno dei principi guida infatti è che la sola attività enoturistica, in particolare nel caso delle cantine di piccola e media dimensione, difficilmente può rappresentare di per sé una fonte di guadagno. I margini sono così bassi da non giustificare gli investimenti necessari per avviare la ricettività in cantina. Ma lo scenario cambia radicalmente se invece l’enoturismo viene utilizzato come leva per sviluppare le vendite dirette e recuperare così fette di marginalità.
Ma partiamo dai due principali risultati emersi dal report Divinea 2024: il fatturato del settore è cresciuto dell’11% grazie soprattutto all’aumento dello scontrino medio della prenotazione arrivato a quota 109 euro, +18% rispetto ai 92 euro dello scorso anno. Nel complesso un terzo delle esperienze ricadono nella fascia di prezzo compresa tra 21 e 35 euro, che resta la più richiesta ma si registra al tempo stesso una crescita per la fascia premium con i ticket da 51 a 100 euro che sono ormai il 18,6% del totale. In progresso anche i voucher da oltre 100 a persona che rappresentano il 6,9% delle proposte totali.
Aumentano le esperienze che vanno al di là delle classiche degustazioni lasciando più spazio agli eventi (che sono il 3,5% del totale). Si tratta di appuntamenti legati alle esperienze all’aria aperta (soprattutto in primavera) e che si stanno rivelando una chiave anche nell’ottica di destagionalizzare la domanda. «Nel corso del 2023 – spiegano a Divinea – le aziende vitivinicole hanno proposto 6 diverse esperienze o eventi contro la media di 4,7 delle proposte enoturistiche durante il 2022».
Altro aspetto è proprio la maggiore distribuzione degli eventi nel corso dell’anno. Ormai nei due bimestri marzo-aprile e novembre-dicembre si concentra il 25% delle visite.
Fonte: Il Sole 24 Ore