L’Etna Doc punta ancora sul contenimento produttivo
Continuare con il contenimento produttivo per sostenere la crescita della qualità e il posizionamento della denominazione. Si riassume in questi tre elementi la strategia del Consorzio di tutela Vini Etna Doc: l’assemblea dei soci ha deliberato all’unanimità il rinnovo della gestione contingentata dell’iscrizione dei nuovi vigneti. Il Copnsorzio ha stabilito che per il prossimo triennio (dal primo agosto di quest’anno al 31 luglio 2027) il limite massimo di nuovi impianti iscrivibili alla Doc è di 50 ettari.
Prima denominazione ad essere istituita in Sicilia nel 1968 e tra le pioniere in Italia, l’Etna doc si estende su un vigneto di 1.500 ettari racchiusi in 20 comuni e 133 contrade. Oggi l’omonimo consorzio di tutela, che rappresenta il 90% del potenziale produttivo complessivo, riunisce 220 aziende per una produzione media annua di 6 milioni di bottiglie, di cui il 60% viene esportata, in particolare negli Stati Uniti, in Canada, Svizzera e Regno Unito.
«L’aumento controllato delle superfici è una condizione necessaria per una crescita ragionata della denominazione – commenta il presidente del Consorzio, Francesco Cambria –. Una scelta che tutela il territorio e, allo stesso tempo, garantisce un posizionamento sui mercati sempre più orientato alla qualità. Una decisione presa con un voto unanime in una assemblea molto partecipata, che dimostra la maturità dei soci anche su un argomento così divisivo – conclude Cambria –. Il bando del Consorzio punta a salvaguardare gli interessi dell’intera denominazione, dando pari opportunità di crescita ai produttori».
Secondo la strategia varata dall’assemblea dei soci ogni azienda potrà chiedere l’idoneità al Consorzio per un massimo di un ettaro all’anno e, qualora le richieste superassero il plafond annuale, la superficie autorizzata alle singole aziende sarà ridotta proporzionalmente. Questa strategia si muove in parallelo con altre azioni nel frattempo avviate dal Consorzio: a novembre dell’anno scorso l’0assemblea dei soci ha deciso all’unanimità di avviare l’iter per ottenere il riconoscimento della Docg per l’intera denominazione etnea.
Il passaggio dalla Doc alla Docg comporterà anche alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione. Per quanto riguarda la tipologia Spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare la varietà Carricante, oltre a quella già presente, il Nerello Mascalese; sarà inoltre possibile produrre la versione Pas Dosé. La resa della tipologia Etna Rosso con Unità geografica aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle Contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Unità geografiche aggiuntive – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate in contrade. Infine, nel futuro disciplinare Docg, sarà possibile indicare come Unita geografica aggiuntiva il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
Fonte: Il Sole 24 Ore