Libano, arriva la Brigata Sassari. Da agosto assume il comando del contingente italiano. Ecco le sue caratteristiche

Libano, arriva la Brigata Sassari. Da agosto assume il comando del contingente italiano. Ecco le sue caratteristiche

In Libano la tensione è altissima. La rappresaglia israeliana contro Hezbollah, a tre giorni dal massacro di bambini drusi a Majdal Shams nel Golan settentrionale, secondo l’Idf (Israel Defense Forces, ovvero le Forze di Difesa d’Israele) ha determinato la morte di Fuad Shukr, numero due del partito di Dio. Di certo l’operazione contribuisce a gettare ulteriore benzina sul fuoco di un rapporto già storicamente deteriorato, quello tra Israele e Libano, dove negli ultimi giorni l’escalation della violenza è stata una costante.

Una situazione difficile, «complicata» per dirla con le parole del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, che potenzialmente potrebbe avere ripercussioni non solo sui 3000 nostri connazionali che vivono nel “Paese dei Cedri”, ma potrebbe anche influire sull’operatività dei 1200 militari italiani (limite massimo, secondo il decreto Missioni) che partecipano alla missione dell’Onu Unifil (nel complesso circa 3.500 caschi blu; 49 nazioni partecipanti). L’Italia partecipa anche alla missione bilaterale di addestramento (Mibil), nata dall’esigenza di incrementare le capacità complessive delle Forze Armate e di sicurezza libanesi, con programmi di formazione ed addestramento specifici.

L’operazione Leonte e il pressing di Crosetto: «Vanno cambiate le regole di ingaggio»

Iniziata nel 2006, l’operazione “Leonte XXXIV” in base a quanto previsto dalla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha il compito di monitorare il rispetto del cessate il fuoco e quello della Blue Line (è la linea che segna il confine tra Libano e Israele tra le milizie Hezbollah e le forze di Difesa Israeliane). Tra le attività operative attualmente svolte da Unifil ci sono l’osservazione da posti fissi, la condotta di pattuglie (diurne e notturne), la realizzazione di check-points, il collegamento con le Forze armate libanesi e il pattugliamento marittimo. «Da mesi – ha sottolineato il ministro delle Difesa Guido Crosetto – sto chiedendo ai vertici delle Nazioni Unite di ragionare sui risultati raggiunti dalla missione e sulla necessità di cambiare le regole di ingaggio e ridefinire una strategia. Oggi il tempo è scaduto e siamo di fronte ad una nuova urgenza che non consente di perdere tempo. La comunità internazionale tutta deve applicare la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. È l’unico modo di prevenire una devastante guerra anche in Libano. La risoluzione prevede una fascia tra la Linea blu ed il Fiume Litani, senza armi se non quelle di Unifil e delle Forze armate Libanesi. In questi anni così non è stato. Ora non si può più far finta di nulla», ha concluso il ministro.

Arriva la Brigata Sassari: sostituisce gli alpini della Taurinense

La novità, per quanto riguarda questo secondo filone, è che da agosto la Brigata Sassari assume il comando del contingente italiano e del settore Ovest della missione delle Nazioni Unite. Sostituisce gli alpini della Brigata Taurinense. Il generale Stefano Messina, 47esimo comandante dei “Dimonios”, è già lì. Parliamo di una prima tranche di oltre 500 militari. Il resto arriverà entro la prima decade di agosto. Intanto il 2 agosto ci sarà la cerimonia di avvicendamento presso la base “Millevoi”di Shama. Rimarranno in Libano per sei mesi. Per la Brigata Sassari si tratta della terza missione in Libano dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21.

La storia

La Brigata Meccanizzata “Sassari” è una delle grandi unità che la Forza Armata annovera fra le “Forze di Proiezione”. È stata costituita nel 1915 con personale esclusivamente reclutato in Sardegna. Ha combattuto nella Prima guerra mondiale. Impegnata nel 1940 nella breve campagna al fronte occidentale, ha operato successivamente nei Balcani da dove è stata ritirata nel 1943 per essere rischierata su Roma dove si è sciolta dopo i combattimenti a difesa della capitale. Ricostituita nel 1988, mantiene la peculiarità dell’alimentazione regionale oggi costituita da volontari in ferma e in servizio permanente. Dislocata in Sardegna è ordinata su un Comando Brigata, un Reparto Comando e Supporti Tattici, due Reggimenti fanteria, un Reggimento bersaglieri, un Reggimento genio guastatori e un Reggimento logistico.

Fonte: Il Sole 24 Ore