
Licenziamenti nei periodi di prova: ecco cosa dice la giurisprudenza
Cosa dice la giurisprudenza per i licenziamenti nei periodi di prova? Ne parliamo nel corso di una videointervista pubblicata sul sito de Il Sole 24 Ore con l’avvocato Francesco Rotondi, fondatore dello studio LabLaw, giuslavorista, membro esperto del Cnel: «Normalmente quando si viene licenziati durante il periodo di prova non vi è nulla da fare, le cose tuttavia si complicano nel momento in cui si è in presenza di un vizio di forma nella costruzione del patto, oppure la prova non è legittima».
Patto di prova in forma scritta e con mansioni
«La giurisprudenza – sottolinea Rotondi – afferma che nei casi di illegittimità della prova c’è il diritto a un’indennità risarcitoria che corrisponde poi al quantum del periodo di prova, cioè il periodo quantificato in retribuzione. Inoltre il patto di prova deve essere in forma scritta e deve contenere le mansioni, il vizio formale potrebbe portare alla nullità».
Contratti a termine
Quanto al periodo di prova nel contratto a tempo determinato, novità sono intervenute con il Collegato lavoro: «Si è fatta chiarezza – spiega Rotondi – perché sul contratto a termine si diceva che si poteva apporre il periodo di prova ma non si determinava la durata. Il criterio è abbastanza semplice, un giorno di lavoro effettivo per ogni 15 di calendario con un minimo di due giorni e un massimo di 15 giorni per i contratti fino a sei mesi e un massimo di 30 giorni per i contratti che vanno oltre i sei mesi fino a 12 mesi».
Fonte: Il Sole 24 Ore