Lifelong learning e worklife balance: ecco i cardini della società di domani

Lifelong learning e worklife balance: ecco i cardini della società di domani

Identità, valori e aspettative, modelli di lavoro e di relazione, formazione ed educazione: nella società che cambia sono tanti gli aspetti che riguardano la persona e il suo ruolo all’interno (e all’esterno) dell’organizzazione aziendale. In un recente studio pubblicato da Meta, “Culture Rising: 2022 Trends”, gli autori hanno provato a capire le varie sfaccettature del processo di trasformazione in atto e quali saranno le tematiche più sensibili per le prossime generazioni, confermando tendenze in parte già emerse chiaramente nel corso degli ultimi dodici diciotto mesi.

Le persone, per esempio, sono molto più propense a ridefinire il significato di successo. E poi il ruolo dell’istruzione, oggetto di una rivalutazione che va di pari passo con la consapevolezza che la formazione non si debba limitare a un momento definito ma diventi un processo costante che possa durare tutta la vita. Cresce, nello specifico, l’interesse per l’apprendimento continuo, per il lifelong learning alternativo attraverso corsi mirati o masterclass che si svolgono (anche) al di fuori del contesto scolastico e universitario. Il concetto di educazione tradizionale, si legge ancora nel rapporto, viene dunque ripensato e ricostruito. E se il passaggio all’apprendimento virtuale è stato indubbiamente accelerato dalla pandemia è altrettanto vero che molti appartenenti alla generazione Z stanno oggi riconsiderano il valore delle tradizionali modalità di insegnamento.

La certezza che interessa molto da vicino anche il management aziendale, oggi più che mai focalizzato sulla necessità di elevare il livello di competenze (e di talenti) a propria disposizione, è comunque la seguente: l’apprendimento permanente è considerato un fattore essenziale e apre il fronte a sostanziali cambi di paradigma. La correlazione diretta tra laurea e alto reddito è sempre attuale e confermata dalle statistiche, ma l’ampia disponibilità di occasioni di formazione on demand (le mini-lauree, i tutor online a pagamento e la formazione gratuita disponibile in Rete) risolve per molti il problema dei costi di accesso agli studi e della lunga durata del percorso che porta al conseguimento della laurea tradizionale, sdoganando l’opportunità di non iscriversi all’università.

Un altro punto focale dell’evoluzione della società messa sotto osservazione dallo studio di Meta è l’equilibrio fra lavoro e vita privata/tempo libero. La pandemia di Covid 19 ha innescato un processo di revisione delle priorità per chi è occupato a tempo pieno in azienda: l’obbligo di operare da remoto e la drastica riduzione degli spostamenti hanno rafforzato l’importanza del poter scegliere come e dove lavorare e (il discorso vale soprattutto Millennial e GenZ) e di poter svolgere un lavoro che faccia sentire realizzati e appagati. Il posto di lavoro, insomma, non ha più le fattezze di un classico ufficio aziendale perché il lavoro si sposta ovunque le persone abbiano uno spazio per essere produttive.

Il futuro del lavoro è ibrido e distribuito, scrivono gli esperti, perché è stato dimostrato che la produttività del business può rimanere elevata anche operando da casa o comunque lontano dalla scrivania aziendale, per quanto il bisogno di contatto umano e di collaborazione personale guiderà un ritorno agli uffici mentre le persone navigano in un futuro ibrido. E l’integrazione e l’equilibrio tra lavoro e vita privata assurgeranno allo status di componenti fondamentali per ogni individuo.

Fonte: Il Sole 24 Ore