Liguria, il futuro del territorio si gioca sulla viabilità
infrastrutture, in particolare quelle autostradali, stradali, ferroviare e portuali, emergono come il problema principe della Liguria, dalle parole dei presidenti delle quattro Confindustrie territoriali della regione: La Spezia, Genova, Savona e Imperia. Ma non solo. Ogni territorio ha le sue peculiarità e un carico di questioni irrisolte che gli imprenditori si preparano ad affrontare nel 2025.
La Spezia
«Nei mesi scorsi – sottolinea Mario Gerini, alla guida di Confindustria La Spezia -abbiamo chiesto, ai decisori pubblici, la definizione di una visione di sviluppo della nostra provincia, valorizzandone i punti di forza e agendo su criticità e debolezze. Una delle condizioni per rendere più attrattivo il terrirorio, forse la più importante, è la dotazione infrastrutturale. C’è necessità di nuove dotazioni strategiche, sia in termini di sistema di viabilità e trasporto su gomma e su rotaia (Pontremolese), sia in termini di servizi alla comunità, come la costruzione del nuovo ospedale del Felettino. Ma il tema infrastrutturale non è il solo che deve essere affrontato. Il forte sviluppo di tutti i comparti produttivi, compreso il turismo, unito alla contrazione di circa 4mila unità della popolazione della provincia e, nello specifico, di quella in età lavorativa, conduce alla necessità di risorse umane, a tutti i livelli di competenza. Sarà necessario essere attrattivi e riuscire, così, anche a trattenere i nostri giovani. Ma si dovrà affontare pure il tema dell’integrazione dei cittadini non italiani e dell’emergenza abitativa. E poi bisogna rendere più efficace il trasporto pubblico locale e ovviare, con la pianificazione urbanistica, alla carenza di aree e capannoni a utilizzo industriale».
Genova
Per Umberto Risso, presidente di Confindustria Genova, «la priorità numero uno è la nomina del presidente dell’Autorità di sistema portuale. È urgente uscire dalla logica commissariale e poter fare riferimento a un presidente competente e autonomo, pronto a esercitare i poteri che gli sono conferiti dalla carica, a prendere decisioni e ad assumersi responsabilità, o rischiamo di perdere investimenti privati e lavoro». Altra questione da risolvere riguarda i servizi sanitari, con «la lunghezza delle liste d’attesa, che si traduce spesso, per i cittadini, nella rinuncia alle cure o nella mobilità verso altre regioni. Il superamento di queste criticità potrà essere perseguito solo tramite una riforma organizzativa, che integri e valorizzi le competenze disponibili nelle imprese private operanti in ambito sanitario. Il 2025, poi, è l’anno delle scelte per il prossimo settennio 2028-2035: per dare un riferimento finanziario, basti pensare che l’attuale programmazione Fesr e Fse 2021-2027, per la Regione Liguria, ammonta a quasi 1,1 miliardi di euro. Ci preoccupa che il processo di riforma comunitaria possa marginalizzare il ruolo delle Regioni, per passare a una gestione centralistica dei fondi Pnrr».
Savona
Torna sulle infrastrutture, Caterina Sambin, presidente dell’Unione industriali di Savona. «Tra le questioni da risolvere più urgenti – afferma – c’è la connessione, stradale o autostradale che sia, tra la Val Bormida e Predosa. Occorre un’arteria che smisti il traffico, evitando che venga deviato tutto sulla costa, che risulta spesso intasata da Genova a Imperia. Un’arteria, insomma, di cui beneficerebbe non solo il savonese ma l’intero Ponente ligure, Genova compresa. Altra priorità assoluta è la manutenzione straordinaria della linea ferroviaria Savona-San Giuseppe di Cairo, che devia poi verso Alessandria e verso Torino. Restando sulle rotaie, è fondamentale riuscire a progettare il raddoppio ferroviario della Finale-Andorra, che ha un binario solo. Per la crescita del porto di Vado, invece, è essenziale la realizzazione del nuovo casello autostradale di Bossarino e delle opere di collegamento alla piattaforma multipurpose di Vado Ligure». Nei giorni scorsi la Via nazionale per l’opera ha avuto esito positivo. Infine, in Val Bormida, conclude Sambin, «da un lato, è assolutamente importante potenziare la rete di distribuzione dell’energia, perché ci sono moltissime aziende che hanno problemi seri di approvvigionamento, dall’altro, occorre procedere alla valorizzazione delle aree industriali dismesse».
Imperia
Secondo Barbara Amerio, presidente di Confindustria Imperia, «serve, in primo luogo, un maggiore coordinamento per promuove il made in Liguria. L’impresa del nostro territorio è rappresentata dal turismo, dalla produzione dell’olio, da un parte di metalmeccanica e da piccole industrie. Per cui abbiamo bisogno di trovare canali per l’export. Hanno funzionato bene, ad esempio, i finanziamenti Simest: nel Ponente ne abbiamo avuti per 15 milioni, di cui 5 a fondo perduto, più di tutta Liguria. Hanno avuto ricadute importanti e aiutato le aziende a investire nella produzione; se ci fossero azioni simili, sarebbero gradite, perché potrebbero condurre a nuovi mercati di sbocco per le nostre imprese e tutti i settori potrebbero trarne beneficio. Peraltro, anche il credito d’imposta funziona molto bene per le aziende». Amerio chiede, poi, «una maggior coesione territoriale a livello infrastrutturale: non parlo solo di autostrade ma di buona manutenzione di tutte le strade provinciali. È necessario, inoltre, che sia completata la connettività digitale verso l’entroterra, dove ci sono ancora spazi disponibili per attività turistiche e industriali. Infine è urgente un efficientamento delle risorse idriche: ci sono progetti, studiati da Ance, per realizzare piccoli invasi, che potrebbero essere una soluzione per l’agricoltura e per frenare i fenomeni di siccità».
Fonte: Il Sole 24 Ore