Limoni, cresce solo il succo in bottiglia. Consumi in calo del 15%
Il giallo dei limoni ha sfumature differenti ma il “fattaccio” è uno solo: il crollo delle vendite, che nella distribuzione moderna sono diminuite del 15% rispetto al 2019. A dispetto della diffusione di quest’agrume, presente nel 92,4% delle famiglie, e nonostante i prezzi finali siano calati del 5-7 per cento.
«Quella dei limoni è una crisi strutturale dettata da diversi fattori – spiega Roberto Della Casa, docente di marketing dei prodotti agroalimentari presso l’Università di Bologna – Da un lato i produttori italiani hanno perso competitività, perché hanno aumentato il raccolto invernale lasciando sguarniti i mesi estivi, in cui si concentra il 45% degli acquisti in super e ipermercati e arrivano i limoni esteri di Spagna, Argentina o Sudafrica. Dall’altro i cambiamenti climatici, e in particolare l’aumento delle temperature, hanno inciso sulla produzione. Rimanendo gli alberi in vegetazione, i limoni sono più delicati e tendono a marcire più in fretta. E la riduzione delle rotazioni nei punti vendita non fa che acuire questo problema». Proprio la veloce marcescenza viene indicata dal 31% dei consumatori come la ragione per cui acquistano meno limoni che in passato, superata solo dalla riduzione delle occasioni di utilizzo (39%), rivela una ricerca condotta da Agroter.
Nella Ue si stima che nel 2023 siano stati prodotti 1,685 milioni di tonnellate di limoni (65% in Spagna e il 30% in Italia). Quindi, in Italia siano prodotte 505mila tonnellate di limoni (Fonte UsdaFas). Storicamente i maggiori fornitori di limoni dell’Italia sono Spagna, Olanda, Sudafrica e Argentina. Nel 2023 le importazioni di limoni sono state 429.049 tonnellate perlopiù provenienti da Sudafrica, Argentina e Brasile ma anche dalla Turchia. Nel 2023 l’Italia ha esportato 48.315 tonnellate di limoni (+11,2% sul 2022) per un valore di oltre 76 milioni di euro (+12,3%) (Fonte Fruitimprese su dati Istat).
Il consumo cambia: dalla retina alla bottiglia
Quindi anche l’evoluzione degli stili di consumo incide sulla crisi dei limoni, per cui la tradizionale proposta in retine da 1 kg (ormai “sgrammate” a 750 o 500 grammi) sembra non rispondere alle esigenze di famiglie meno numerose e a consumi ridotti, oltre che contravvenire al mantra del “no spreco”. Pesa anche la concorrenza di condimenti meno aspri (come l’aceto di mele o la salsa di soia) e soprattutto quella del succo di limone pronto all’uso: 22 consumatori su 100 l’hanno sostituito ai limoni freschi, rileva Agroter.
E così il limone in bottiglia, ottenuto da succo fresco o (prevalentemente) da concentrato, si è ricavato un suo spazio nel carrello della spesa, con oltre 22 milioni di confezioni vendute nel 2023 per oltre 21 milioni di euro di spesa, stima NielsenIQ. Dopo un calo annuo del 4% a volume, in particolare nei discount, nei primi tre mesi del 2024 le vendite sono ripartite (+5,7 per cento).
Fonte: Il Sole 24 Ore